Contro la violenza sulle donne, seguendo gli insegnamenti del Sacro Corano e l’esempio del Profeta Muhammed (pace e benedizioni su di lui).
Da 1432 anni l’uomo musulmano, nell’obbedienza a Dio e leggendo le parole del migliore fra gli uomini, il Profeta Muhammed (pace e benedizioni su di lui), è conscio del fatto che l’essere umano ha grande valore. Che la vita, l’onore e il rispetto per gli altri sono fondamentali per colui che si ritiene essere un vero
Così come sa che la violenza gratuita, in qualsiasi forma essa venga messa in atto, è SEMPRE sbagliata. Anzi, condannata, perché considerata un grave peccato agli occhi del Creatore.
Ancor di più se chi rischia di esserne vittima è la donna, in quanto il Profeta Muhammed (pbsl) ha insegnato:
“Nessuno, tranne il gentiluomo, tratta le donne in modo onorevole e nessuno, tranne l’ignobile, tratta le donne vergognosamente” (At-Tirmidhi)
In occasione di questa giornata durante la quale tutto il mondo si mobilita affinché venga data voce a chi spesso non la ha, l’UCOII e tutti coloro che seguono la Via di Dio si schierano dalla parte della metà del cielo che l’Altissimo ha scelto per avere il nobile ruolo di sicuro ricettacolo per l’umanità intera.
La donna nell’Islam oltre che credente e madre è anche insegnante, consigliera, portatrice di tenerezza e di amore per i suoi figli e per la famiglia intera. Senza di lei l’uomo stesso non potrebbe considerarsi un essere umano completo.
Come il Sacro Corano ha insegnato è fondamentale avere riguardo per la sua persona, per il suo essere moglie e madre, così come lo è amarla e trattarla nella maniera migliore:
“Fa parte dei Suoi segni l’aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito fra voi amore e tenerezza.” (Al Baqara 187)
La donna non è inferiore all’uomo, e non ha colpe ancestrali che deve scontare per il resto della sua vita, in quanto l’Altissimo ha chiaramente detto, riguardo alla vicenda di Adamo ed Eva e del serpente che li traviò, che entrambi ebbero colpa, anzi: addirittura sottolinea nel Libro che fu proprio Adamo a peccare:
“Ne mangiarono entrambi e presero coscienza della loro nudità. Iniziarono a coprirsi intrecciando foglie del giardino. Adamo disobbedì al suo Signore e si traviò.” (Ta-Ha 121)
Inoltre il Nobile Profeta Muhammed ci ha ricordato che proprio la metà femminile del mondo è il bene più prezioso che possa esistere in assoluto:
“Il mondo intero è una provvigione, e il maggior beneficio di questo mondo è una donna devota.” (Trasmesso da Muslim)
Può quindi il musulmano o l’uomo in genere avere il diritto di maltrattare un essere così onorato e rispettato?
Può quindi rimanere indifferente di fronte alla sofferenza di centinaia, migliaia, milioni di donne, che sono loro sorelle, madri, figlie che quotidianamente vengono picchiate, abusate, torturate e mercificate per scopi ignominiosi e assolutamente ingiusti?
La risposta è no, nel modo più assoluto. Per questo altro non possiamo dire, da credenti e da esseri umani, che dobbiamo ricordarci di lei, ed aiutarla, confortarla, sostenerla in tutti i modi per poter far cessare l’ondata di violenza che è costretta a subire che purtroppo non si ferma. Ricordando inoltre che chi fa soffrire una donna fa soffrire una generazione intera. E di conseguenza tutti coloro che avranno a che fare con essa.
Il miglior modo per iniziare a farlo forse è usando compassione e misericordia verso chi ci chiede aiuto, così come verso chi non ne ha il coraggio, aprendo le porte del nostro cuore per poi aiutare concretamente in tutte le maniere possibili chi fra di loro viene fisicamente o psicologicamente maltrattata.
Dobbiamo sempre tenere a mente le meravigliose e sublimi qualità dell’Altissimo Creatore, che è Ar-Rahman, Ar-Rahiim1, e attingere da esse. Solo in questa maniera potremmo finalmente riuscire a far qualcosa per far cessare le urla di dolore e di disperazione di questa fondamentale parte dell’umanità, ma non solo per una giornata all’anno, ma per una vita intera.
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1Il Compassionevole, il Misericordioso.
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