29 dicembre 2010

“Che Allah sia soddisfatto di te, padre!”

Una breve storia non immaginaria, vera.

"La lode spetta ad Allah, e siano la pace e la benedizione sui servi che Lui sceglie.

Scrivo con le lacrime agli occhi; di tristezza o di gioia? Non lo so. Che Allah mi aiuti!
Ecco qui la breve storia della morte di mio padre.

Per molto tempo, mio padre ha sofferto di una malattia al cuore; la malattia man mano si fece più acuta. Cominciò poi a soffrire di un altro male che gli affliggeva la milza, poi ebbe un cancro al fegato. Uno shock!
Malgrado i medici gli impedissero di fare le preghiere in moschea, lui insisteva per andarci cinque volte al giorno, perfino per quella del fajr (l'alba).

Per sette mesi lo abbiamo ripetutamente accompagnato dall’ospedale a casa, tanto che chi lavorava all'ospedale si era ormai abituato a vederci andare e venire.
Durante quel periodo, mio padre era molto vicino ad Allah. Meraviglioso...
Il coma lo colpiva di tanto in tanto. E' stato uno dei periodi più difficili. O Allah...  Come eri paziente, ma soddisfatto, padre mio!
Per Allah, non ho mai visto un uomo simile.

E’ il momento di dire il motivo per cui sto scrivendo questa storia. E’ un messaggio che voglio indirizzare al mio cuore indurito e a coloro che amo in Allah; ad ogni fratello e ad ogni sorella.

Durante l’ultimo periodo, mio padre persisteva nel fare il dhikr (il ricordo di Allah, attraverso la lettura del Corano o la recitazione di formule specifiche insegnate dal Profeta Muhammed, pace e benedizioni su di lui), le cinque preghiere quotidiane e quella supererogatoria della notte. Poi, durante i suoi mancamenti, recitava versetti del Corano, oppure continuava a fare il dhikr.

Per Allah, mi dicevo che la perdita di coscienza colpiva me e non lui. Domandava sempre: ”Quale preghiera devo fare?”. Gloria ad Allah!
Il giorno 28 del mese islamico di Ramadan, circa un’ora prima di rompere il digiuno, insistette sul voler racimolare molti, molti soldi da distribuire ai poveri. Sebbene il momento non fosse adeguato, come gli avevo ricordato, fu facile distribuirli. Sia esaltato Allah.
Per sei mesi, gli ho rammentato che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: “Allah protegge colui che muore di venerdì dalla tortura della tomba” (Sahih El Jamea; 5773)
Di conseguenza sperava che accadesse ciò e mi diceva: “Morirò di venerdì”.

Cominciava a raccomandarsi e ad insistere di preparare il sudario. Dopo averlo preparato, la sera di quel giorno, lo accompagnammo all’ospedale. Nella camera n.409, reparto medicina interna, Tanta (Egitto), il lieto fine cominciava ad apparire.
La malattia si fece sempre più acuta; mio padre non poteva girarsi né a destra né a sinistra. Non poteva più muoversi...
Giuro su Allah, sentivo il mio cuore spezzarsi. Ma niente cambiava.

Tempo addietro io e lui ascoltavamo assieme le parole di Sheikh Mohammad Hassan, soprattutto le lezioni che parlavano dell’afflizione. Amava molto questo Shaikh, che è come se mi avesse allevato ed insegnato a trattare bene mio padre.
Chiedeva sempre di ascoltare il Corano. Quando lo accompagnammo nella camera di terapia intensiva, era molto arrabbiato perchè gli mancava... Dopo aver chiesto il permesso ad un'infermiera, gli  portammo una piccola radio.
Gli facevo ripetere il dhikr, uno per uno. Poi, Allah mi fece ricordare di fare lo stesso usando delle lezioni preparate dal dott. Hazem Shoman che contenevano altre varietà di dhikr.
Un meraviglioso ricordo: una sera, gli feci ripetere “Subhana Allah wa Bihamdih subhana Allah el Athiim’ (la gloria e la lode siamo ad Allah, sia esaltato Allah l'Altissimo) e poi uscii a comperare la cena in un ristorante vicino all’ospedale. Dopo essere ritornato, trovai tutti i degenti che stavano ripetendo questo dhikr. Gli dissi sorridendo: “Stai anche facendo dawah (spiegare l'Islam alle persone)?”. Sia esaltato il Re (uno dei Nomi di Allah, gloria a Lui). Una volta, riprese conoscenza chiedendomi di ripetere nuovamente quel dhikr, poi rientrò di nuovo in coma.

Prima di accompagnarlo in terapia intensiva, mi chiese di domandare al dott. Abd el Rahman el Sawi di pregare per lui. Amava molto questo sapiente. Quando gli dissi che mi ero messo d’accordo con lo Sheikh per andare a fargli visita, era contento al punto da non poterci credere. In quel momento il caro Sheikh era però in Arabia Saudita, ma non lo dissi a mio padre per non deluderlo.
Nuovamente si stava domandando: “Quale preghiera devo fare?”
Un giorno, dopo che io avevo fatto la preghiera “Fajr”, gli chiesi: “Vuoi fare la preghiera?”.
Mi rispose meravigliato: “Se voglio fare la preghiera (il dono) del fajr? Le due prosternazioni migliori di tutto ciò che è bene nella vita?”

Giuro su Allah, questo fa piangere. O Allah... Come sono svogliato!

Un giorno mentre rassettavo il suo vestito, mi baciò improvvisamente le mani. Io baciai la sua testa, e, come al solito, si rifiutò di farmi baciare le sue mani.
Le ultime parole che mi disse furono: “Che Allah ti renda buono, vai a dormire un po'! Vai!”.
Mentre stava facendo la preghiera del tahajud, perse conoscenza. La sua adorazione  non era perfetta. Ma Allah non pretende dai malati.

Un venerdì precedente (il giorno 13 del mese islamico di Shawwal), ero andato alla moschea per fare la preghiera del Venerdì a Tanta - el Gharbia; l’imam quel giorno era Mohammed Hassan, il nostro caro Sheikh. Per aspettarlo, rientrai in ritardo all’ospedale.
Dopo averlo raggiunto, l’infermiera voleva impedirmi di entrare nella camera di mio padre. Insistevo, ma invano! Sia esaltato Allah; Allah predestina tutto.
Il suocero di mia sorella lo aveva visto prima del mio arrivo. Le ultime parole che mio padre gli disse furono: “Quale preghiera devo fare?” Gli rispose: ”Fai la preghiera del dhohr (del mezzogiorno)! Abbiamo appena fatto quella del Venerdì.” Mio padre gli chiese meravigliato: “Dhohr?”
-“Sì”.
-“La farò?”.
-“Sì”.

Successivamente perse nuovamente conoscenza. Erano quasi le cinque meno dieci, Allah mi fece rientrare tardi in camera sua. Come ti amavo, padre mio!
Era il tempo dell’agonia. Questa è una verità che io e la maggior parte della gente omettiamo. Vivere questi momenti è davvero diverso dal leggerli nei libri. Non posso dimenticare quella scena.
Mentre gli stavo facendo ripetere il dhikr, giunse il momento di dire “La ilaha illa Allah” (non c'è dio all'infuori di Allah – frase che si pronuncia normalmente durante il dhikr ma che è raccomandato dire anche sul letto di morte, perchè chi la pronuncia per ultima, è certo che vada in Paradiso). Tentai di fargli pronunciare la frase, fallendo. Poi, cominciai a ripeterla molte volte.

Vedendo mio padre addormentato sul lato destro seguendo l'insegnamento del Profeta (pace e benedizioni su di lui), invocai Allah: “Che Allah lo faccia morire prima del tramonto”, cioè durante il Venerdì, come lui sperava.

Dopo alcuni minuti, con un sorriso, disse quella frase con semplicità. La ripeté anche successivamente, dopo che mia madre era entrata nella stanza e glielo aveva fatto pronunciare. Avevo infatti chiesto a mia madre di non dire niente tranne questo dhikr. Alle cinque di sera, mentre mi avvicinavo alla porta della camera, la calamità avvenne. Allah ha chiamato così la morte, nel Corano.

Mio padre morì, ma la sua morte ha fatto svegliare molti (dalla negligenza). Il venerdì, come sperava, morì. Allah ci aiutò a compiere tutti i riti necessari. Che meraviglia!
Dopo aver saputo che il dott. Abd el Rahman era arrivato dall'Arabia, gli diedi la notizia. Poi egli pregò per lui, come desiderava mio padre.

Successivamente giunse un momento di felicità. Era il momento di lavarlo (prima della sepoltura, come il rito islamico prevede). Io e gli Sheikh presenti ci accorgemmo che era leggero come una piuma. Lo spostavamo con facilità, a destra e a sinistra. Era molto pulito. Alla fine, aprì la bocca, sorridendo... Era il momento di sorridere...

Tutto finì molto rapidamente. Grazie ad Allah, abbiamo fatto tutto seguendo la Sunnah (insegnamento) del Profeta (pace e benedizioni su di lui) ed evitando qualsiasi innovazione. Questa fu la raccomandazione di mio padre.
Poi, una folla intera fece la preghiera funebre. Era una vista meravigliosa.
Successivamente, venne il momento di seppellirlo. Accadde un fatto molto strano; mentre lo calavamo nella tomba, il sudario cominciò ad aprirsi a poco a poco, senza che nessuno lo avesse toccato. Sembrava avesse fretta... Dissi: “Sia esaltato Allah!”. Anche se avevamo atteso 18 ore prima di seppellirlo, il suo corpo non era affatto rigido.

Il giorno dopo, il cognato fece l'Omra (il pellegrinaggio minore) per lui. O Allah... Le ultime raccomandazioni che mi fece riguardavano il Corano e l'Omra... Mi raccomandò di non dimenticare di fare l'Omra dopo l'abrogazione della nuova legge che mi impediva di viaggiare, cosa che lo faceva molto arrabbiare. O Allah...

Sia esaltato Allah.
Credo di dover essere io a piangere e non mio padre, no?

Che Allah sia soddisfatto di te, o padre!

Questa è la breve storia della morte di mio padre.
Che Allah lo renda uno fra i buoni e lo riunisca con il Profeta (pace e benedizioni su di lui) nel Firdaws el Aala (il livello più alto del Paradiso; amin...)!

Vi chiedo di pregare per lui.
Che Allah ci benedica con una buona morte!

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: “La buona morte è per chi ha vissuto obbedendo ad Allah, e la cattiva morte è per chi ha vissuto disobbedendo ad Allah

(Al silsila al sahiha: 283 - 1/572)

Jazakum Allahu khairan (che Allah vi doni il bene)
Vi amo in Allah!"

Questa storia è stata tratta dal sito:  www.way2allah.com
Lezione audio:  la buona pazienza
Sheikh:   Ahmad Jalal
Traduzione a cura della sorella Heba Hamdy (Jazak Allahu khairan!)

24 dicembre 2010

I musulmani e il Natale.

No, noi il Natale non lo festeggiamo. Mica perchè non crediamo in Gesù, pace su di lui, anzi. Per noi è stato ed è tutt’ora un grande esempio di fede, addirittura crediamo che ritornerà, alla fine dei tempi, per riportare, per volontà di Dio, la giustizia sulla terra. Oltre questo a sua madre, Maria, che a sua volta è fonte di ispirazione nel comportamento di tutte noi donne musulmane, è dedicata un’intera sura (capitolo) del Sacro Corano.

Quindi massimo rispetto per due grandi, grandissime figure. Un Profeta e la madre di un Profeta.
Già, due persone, in fin dei conti. Che non devono però, nel modo più assoluto, essere sostitute o associate nell’adorazione che tutti noi dobbiamo rivolgere all’Unico Dio.

Perchè purtroppo il Natale sposta completamente l’attenzione dal Creatore alla creatura, seppur Creatura con la C maiuscola, facendo sì che invece Colui grazie al quale è esistita, questa grande persona, venga, ogni anno di più, messo da parte, dimenticato quasi. Purtroppo è così, mi spiace ma è così.

Quasi tutti (parlo di non musulmani, ovviamente) rivolgono le loro preghiere a Gesù, a Maria, agli angeli, ai santi… E a Dio? Quasi mai ho sentito pregarLo, nonostante sia in verità l’Unico ad averne diritto. “Io Sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio all’infuori di Me“, recitano i bimbi al catechismo. Lo recitano a memoria, poverini, ma c’è qualcuno che spiega loro il significato di queste parole?

Oltre questo il Natale oggigiorno è diventato null’altro che un regala e ricevi, un magna e bevi. Proprio oggi sentivo alla televisione che i ragazzini lasciano in secondo piano la “nascita” di Gesù durante questa giornata e pensano prima di tutto ai regali…

Ma poi, il 25 Dicembre, è davvero la data in cui è nato? Eh no, purtroppo no… I più istruiti nel ramo lo sapranno che questa data è stata fissata come tale durante il concilio di Nicea dall’imperatore Costantino, per far sì che i politeisti adoratori del dio Sole e i cristiani dell’epoca fossero entrambi soddisfatti, dato che, appunto, questa data altro non è che la ricorrenza in cui si festeggiava la nascita della divinità pagana in questione…

Quindi non uno, ma più fondamentali motivi per i quali noi non abbiamo nulla a che fare con questa festa. E, a dirla tutta, ritengo che anche il vero cristiano praticante dovrebbe starne ben distante…
Parlavo con una vecchietta cattolica giorni fa, un’ottantenne molto sveglia ed intelligente, nonchè grande praticante, alla quale ho spiegato appunto le questioni di cui sopra. E lei mi ha detto: “Hai ragione, solo che ormai è tradizione far così…“. E’ vero, è tradizione, perchè religione non lo è mai stata. Forse sarebbe il caso di ricordarselo, ogni tanto. Di rifletterci su. Affinché chi davvero ha voglia di avvicinarsi a Dio lo possa, finalmente, fare nella maniera giusta.

Che la pace e le benedizioni di Dio siano su Gesù, su sua madre e su tutti i Profeti.

22 dicembre 2010

L'Islam obbliga alla conversione?

"Non c'è costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente."
[al-Baqara 2:256]

Ibnu Kathir (uno fra i più eminenti commentatori del Sacro Corano) ha detto:

"Allah ha detto: "Non c'è costrizione nella religione". Significa: non si forza nessuno ad entrare nell'Islam, perchè questo è evidente e chiaro, e le prove di ciò sono palesi. Non c'è necessità di obbligare nessuno ad entrarvi, piuttosto chiunque Allah guida all'Islam aprendo il suo cuore ad esso illuminando il suo intuito vi entrerà con convinzione; ma chiunque Allah rende cieco nel cuore, a cui sigilla l'udito e l'intelletto non beneficerà dall'essere costretto ad entrare nella religione con la forza. Hanno detto che la ragione per la rivelazione di questo versetto concerneva alcune persone fra gli Ansar, anche se questa regola è generale."

Come dicevamo tempo fa, l'Islam è un dono che l'Altissimo fa a coloro che cercano il Suo Volto, non si può obbligare nessuno a diventare musulmano. Perchè non arrecherebbe nessun beneficio, nè al costretto nè a colui che costringe. Anzi, renderebbe il primo ipocrita, il secondo oppressore.

La libertà stessa di credere in Lui è a sua volta un'immensa concessione. Se Dio avesse voluto ci avrebbe reso tutti musulmani, ovvero a Lui sottomessi, ma così non è stato. Ci ha invece permesso il libero arbitrio che, allo stesso tempo, ci lascia liberi di scegliere e di ricevere il Dono più grande che un uomo possa avere, la fede vera. Quella che non si ferma davanti alla religione che ti hanno insegnato i tuoi genitori, che non si adagia sulla cultura del paese di appartenenza, che non si fossilizza davanti a ciò in cui la maggior parte di chi ti sta intorno crede per abitudine.

La vera fede, quella che Egli ti dona una volta che il tuo cuore sceglie liberamente di accogliere dopo essersi  purificato da tutto ciò che è inutile, superficiale e dannoso, va oltre tutto ciò.

Va oltre la cultura, va oltre il paese d'origine, va oltre le convenzioni. Va oltre, fino a che non soddisfa il suo desiderio di candore, e lì trova l'Islam, il Puro Monoteismo. Il Puro Monoteismo, sì, spurio da false credenze, da idoli - umani e non, da tradizioni, da abitudini apprese nel corso dei tempi da questo o quel popolo, o imposte da questo o quel potente di turno che ha giocato con la religione per i propri scopi, politici o economici che fossero.

Va verso la purificazione del credo che, liberato da tutti gli orpelli creati dall'uomo ignorante, corrotto o semplicemente malvagio, può rendere l'uomo più alto nell'animo di quanto sia mai stato.

Colui che china il capo davanti al Signore dei Mondi si innalza sopra tutto il resto.

Che l'Altissimo ci renda alti sul mondo, e minuscoli al Suo cospetto, amin.

14 dicembre 2010

Dialogo fra me, me stessa ed io.

Me: Aì, ma la vuoi finire di riempire il web di tuoi scritti?

Io: Non so resistere... Quando mi invitano a scrivere di Islam, soprattutto su siti non musulmani è più forte di me, non so dir di no...

Me stessa: Poi non ti lamentare che hai troppo da fare, però!

Io: Vabbuò...

11 dicembre 2010

Palestina - Movimento Globale di Resistenza Non Violenta

Dal sito www.tariqramadan.com

Appello

Palestina
Movimento Globale di Resistenza Non Violenta
alla politica estremista e violenta dello Stato d’Israele

L’attuale situazione a Gaza evidenzia, una volta di più, lo stallo e l’orrore con cui si devono confrontare i Palestinesi.Non possiamo accontentarci di mettere le due parti sullo stesso piano o sperare che una soluzione venga fuori da trattative dirette senza coinvolgimenti e interventi esterni forti e determinati.

Assumere una posizione di falsa neutralità o di spettatori impotenti è in fondo accettare di lasciar fare e limitarsi a constatare, dopo ogni crisi, ogni massacro, che la situazione si deteriora, che i negoziati di pace non hanno portato ad alcunché e che la sorte dei Palestinesi peggiora ogni giorno che passa.

La quantità di organizzazioni di sostegno al popolo palestinese è impressionante, in tutto il mondo e in particolare in Occidente. Eppure si ha la sensazione che si faccia fatica a mettersi d’accordo su una visione o una strategia comuni. Durante i dibattiti spesso si confonde l’analisi delle cause del conflitto con l’esposizione dei principi della resistenza o ancora con i mezzi da usare o le soluzioni da proporre: in queste condizioni è difficile trovare un percorso comune, e ben chiaro, per porre le basi di un discorso, orientare un’azione ad ampio raggio e su più fronti e costituire un fronte unito e solido

Bisogna iniziare indicando alcuni principi sui quali siamo generalmente concordi :

1. Il conflitto israelo-palestinese è innanzi tutto un conflitto politico (anche se ha delle dimensioni religiose che implicano il rispetto della libertà di culto di tutti – ebrei, cristiani, musulmani – e la libertà di coscienza per tutti, credenti o no).


2. Ci sono un oppressore (lo Stato d’Israele) e un oppresso (il popolo palestinese).


3. La resistenza palestinese è legittima.


4. I Palestinesi hanno diritto ad uno Stato e alla libertà.


5. La pari dignità dei Palestinesi esige una parità di diritti e trattamento, quale che sia la soluzione prospettata.


6. I Palestinesi cacciati dalle loro terre hanno un naturale diritto a tornarvi.


7. Il nostro impegno si fonda su di un incondizionato ed uguale rifiuto di ogni razzismo, sotto qualsivoglia forma (razzismo antiebraico, antiarabo, anticristiano o antimusulmano, ecc.).

Su questi sette principi fondamentali è possibile costituire dei collettivi locali, regionali e nazionali che stabiliscano gli obiettivi prioritari del movimento di resistenza locale/globale. Le esperienze dei "collettivi" o "coordinamenti" in Inghilterra, in Francia e in alcune regioni (negli Stati Uniti o in Europa) devono moltiplicarsi in tutti i paesi nei diversi continenti, poiché le conseguenze del locale conflitto israelo-palestinese hanno conseguenze globali sulle realtà politiche ed economiche del mondo. Questi collettivi regionali, nazionali e internazionali dovrebbero avere questi principali obiettivi:

1. Diffondere informazione continua sulla situazione in Medio Oriente (website, newsletters, conferenze, video, libri, ecc.): sviluppare e mantenere la coscienza responsabile di quello che significa il conflitto oltre le situazioni di crisi e il tipo di copertura mediatica.


2. Individuare i mezzi di resistenza non violenta in tutto il mondo (boicottaggi e coordinamento di azioni concrete: manifestazioni, interventi presso i politici, ecc.) che talune organizzazioni mettono in atto ma senza sufficienti sinergie se non in momenti di crisi.


3. Supportare e mobilitare un movimento di solidarietà per il finanziamento di progetti di sviluppo e di ricostruzione (infrastrutture, scuole, ecc.).

Gli ultimi avvenimenti a Gaza e l’atteggiamento dei governi d’Oriente e d’Occidente hanno evidenziato che la passività e l’ipocrisia tanto ampiamente diffuse non permetteranno di giungere alla soluzione di questo conflitto. Tutto sta avvenendo come se lo Stato d’Israele, con il sostegno degli Stati Uniti e di qualche governo europeo, avesse imposto un clima di terrore intellettuale in cui nessuno osa parlare, dire la verità, denunciare l’inaccettabile. Eppure i popoli del mondo sono sempre meno succubi, ed è possibile sensibilizzare e mobilitare un numero vieppiù maggiore di persone che rifiutano di subire il lavaggio mediatico del cervello o di vedersi ridotti nelle condizioni di spettatori impotenti.

Oggi è importante chiarire i nostri principi, individuare i mezzi della resistenza e coordinare la nostra azione. Alcune recenti esperienze nazionali dimostrano che questo processo si può generalizzare. Rivolgiamo un appello alle organizzazioni che hanno anni di esperienza, alle nuove strutture e ai singoli affinché considerino prioritaria la creazione di questo movimento globale mediante collettivi e coordinamenti regionali e nazionali che si pongano obiettivi e un pensiero chiari e che propongano azioni comuni più ampie ed efficaci.

È importante altresì rifiutare sia le frammentazioni sia le strumentalizzazioni politico-ideologiche : un fondamento di princìpi comuni chiarisce questo impegno condiviso, e le azioni devono tradurre in pratica lo spirito determinato di questa resistenza globale. Dal momento che non possiamo restare semplici spettatori della negazione dei diritti, delle umiliazioni e delle atrocità in Palestina, noi lanciamo il Movimento Globale di Resistenza Non Violenta. Desideriamo invitare e coinvolgere nel Movimento personalità pubbliche (intellettuali, artisti etc.), attivisti e cittadini di tutto il mondo, così come le organizzazioni attente alla protezione dei diritti e della dignità degli individui e dei popoli che rifiutano di restare passivi di fronte al silenzio complice degli Stati d’Oriente e d’Occidente mentre i civili palestinesi vengono quotidianamente uccisi, incarcerati o umiliati nei nuovi bantustan che ormai sono divenuti i Territori, occupati dalla politica israeliana di colonizzazione e di apartheid.

Una mobilitazione popolare può avere successo soltanto se è internazionale e globale.

Firmate questo Appello, fatelo conoscere, mantenetevi informati e diffondete l’informazione attorno a voi ; entrate a far parte delle organizzazioni, dei collettivi e dei coordinamenti locali, regionali e nazionali esistenti, o impegnatevi voi stessi a crearne di nuovi là dove vi trovate. Moltiplicate — sul lungo periodo — le azioni d’informazione e di resistenza civile e politica nel mondo.

Primi firmatari :
Karen Amstrong (UK), Moazzam Beg (UK), Tariq Ramadan (UK), Michael Hudson (USA), Tariq Modood (UK), Michael Warschawski (Jerusalem), Jean-Claude Meyer (France), Francois Houtart (Belgique), Ziauddin Sardar (UK), Fareed Elshayyal (UK), Syed Faiyazuddin Ahmad (UK), Jeremy Henzell-Thomas (UK), Wilfried Mourad Hoffman (Germany), Roger Abdul Wahhab Boase (UK), Elfatih A.A/Salam, International Islamic University Malaysia (Malaysia), Ahmad Abuljobain (UK), Iftikhar H. Malik (UK), Sergio Yahni (Jerusalem), Lea Tsemel (Jerusalem), Nassar Ibrahim (Beit Sahour), Ahmad Jaradat (Hebron), Harfiyah Haleem (UK), Françoise Duthu (France), Umar Chapra (Pakistan/Saudi Arabia), Michel Collon (Belgique), Dr. Munawar A. Anees (Pakistan), Tahir Abbas (UK), Rafik Beekun (USA), Louay Safi (USA) , Sheila Musaji (USA), Bob Crane (USA), Jafar Siddiqui (USA), Muqtedar Khan ( USA), Charles Butterworth (US), Jocelyne Cesari (USA- France), Istishhad Mousa (Canada), Yahya Birt (UK), Muneeb Nasir (Canada), Dr.Mario Liguori Presidente I.T.I. Istituto Tributario Italiano Centro Studi di diritto e tecnica tributaria (Italia), Tarik Ramdani (France), Remi maliz (France), Nadia Bittame (France), Jeanne-Marie El Mejjad Marrakech (Maroc), Sadeekah Saban - CT (South Africa), Homera Ansari (India), Zineb Rabi Andaloussi (France), Shaheryar Akbar (Pakistan-USA), Gemma Slack (USA), Amjad Saleem (Sri Lanka), David Burrell (USA), Dr Serena Hussain, Loubna Youssef, PhD. Cairo University (Egypt), Claude Calame (France), André Tosel (France), Hamza Piccardo (Italy)

ORGANIZZAZIONI :

European Muslim Network, Présence Musulmane Montréal, Présence Musulmane Toronto, American Muslims of Puget Sound (USA), Collectif des Musulmans de France, Centre Culturel Tawhid (France), Trait d’Union (France), Al Houda (France), AJCREV (Alliance de la jeunesse contre le racisme l’exclusion et la violence) (France), Collectif des Féministes pour l’Egalité (France)

Questa è una campagna seria, c'è bisogno di nomi, cognomi, indirizzi (per favore niente pseudonimi).

Grazie per il rispetto di queste condizioni quando firmerai il modulo

01 dicembre 2010

Il testamento islamico.

E' fondamentale, soprattutto per noi musulmani ritornati all'Islam, quindi non nati da famiglie musulmane, conoscere perfettamente le regole che disciplinano la sepoltura e i riti funebri conformi all'Islam, proprio perchè non vivendo in terra d'Islam e non avendo intorno a sè una famiglia musulmana si potrebbero commettere gravi errori in uno dei momenti più importanti della nostra esistenza, il passaggio da questa vita all'Altra. Perciò lo shaikh Pasquini, Allah lo ricompensi, ha pubblicato questa "clausula testamentaria" che comprende le ultime volontà di un musulmano coerentemente alla Sha'riah, la Legge islamica, che dovrebbe essere adottata come testo di base da ognuno di noi, per permettere ai nostri parenti e e amici non musulmani di capire come rispettare le nostre ultime volontà terrene. Copiate, stampate e diffondete. Grazie al fratello Mamdouh che ce lo ha ricordato.

CLAUSULA TESTAMENTARIA

Nel nome di Allah
Il Clemente,il Misericordioso.
La lode tutta appartiene ad Allah.
O Allah,esalta benedici ed abbi in gloria
Il Tuo servo e apostolo Muhammad,
la sua Famiglia e i suoi Compagni.

Quanto sopra doverosamente premesso, io, sottoscritto (NOME e COGNOME) residente attualmente a (NOME DELLA LOCALITA’ e INDIRIZZO), nella piena capacità di intendere e di volere ordino, pubblico e dichiaro le mie ultime volontà riguardo al trattamento della mia salma,il mio funerale e la mia sepoltura.

Rendo testimonianza che non c’è divinità tranne Allah, l’Unico, il Misericordioso l’Onnipotente Creatore dei Cieli e della Terra e di quanto vi è in essi, Dio di Abramo, Mosè, Gesù e Muhammad, e di tutti i Profeti, su loro la pace. Egli è unico titolare della qualità divina, nella quale non ha condomino a nessun titolo, né di socio, né di figlio.

Rendo testimonianza che Muhammad (saw) è Suo servo, messaggero e ultimo dei Suoi Inviati.

Rendo testimonianza che Allah è Verità, che la Sua promessa è verità e che l’incontro con Lui è verità.

Rendo testimonianza che l’Avvento dell’Ora è verità, riguardo al quale non c’è alcun dubbio, e che Allah, rifulga lo splendore della Sua Luce, scevro di ogni difetto e imperfezione, con certezza resusciterà i morti di tutte le generazioni dell’umanità, della prima e dell’ultima e di tutte le intermedie.

Ai miei parenti e amici, ai miei fratelli e alle mie sorelle nell’Islàm, a tutti coloro che rimarranno dopo di me, io consiglio di compiere ogni sforzo per essere veri Musulmani, in obbedienza al loro Creatore, rifulga lo splendore della Sua Luce, e di adorarLo, in quanto è solo Lui il titolare del diritto di essere adorato, di temerLo, perché solo Lui ha titolo di essere temuto, e di amare Lui e l’Apostolo Suo, Muhammad (saw) con amore completo ed esclusivo. Obbediscano, quindi,a Lui soltanto attenendosi scrupolosamente alla Sua Shari’ah (Legge); diffondano e impiantino, saldamente, la Sua religione, l’Islàm, e muoiano in completa e assoluta sottomissione alla Sua Volontà.

Ricordo loro che nessuno, uomo o donna che sia, muore prima che sia giunto il suo tempo di morire; che la
durata di ciascuna vita è determinata con precisione prima che ciascuno di noi venga al mondo dall’Onnipotente Creatore, rifulga lo splendore della Sua Luce. La morte è un evento tragico soltanto per colui o colei che ha vissuto la sua vita ingannando se stesso senza sottomettersi al Creatore e senza prepararsi al ritorno finale a Lui. Non affliggetevi, quindi, per la mia dipartita, ma traetene spunto per fare gli opportuni preparativi alla vostra. Siate pazienti e composti nel cordoglio come la religione dell’Islàm prescrive. L’Islàm consente che il lutto dei parenti non superi i tre giorni, benché alle vedove sia richiesto il lutto per quattro mesi lunari e dieci giorni, fino a quando, cioè, la loro ‘iddah (periodo d’attesa) sia conclusa.
Le eccessive lamentazioni e le scene di disperazione sono proibite dal Creatore e riflettono soltanto mancanza di consapevolezza islamica e insubordinazione alla volontà di Lui, rifulga lo splendore della Sua Luce.

Infine, chiedo a tutti i miei parenti, amici e a tutti gli altri, sia che abbiano scelto di credere in ciò che io credo sia che non lo abbiano fatto, di rispettare il mio diritto insopprimibile a questo Credo, garantitomi dalla Costituzione della Repubblica Italiana, agli articoli 19 e 21. Chiedo loro di rispettare questo documento, da me redatto, e di non opporvisi o modificarlo.
Piuttosto curino che la mia sepoltura avvenga come io ho richiesto che avvenga e che i miei beni siano divisi secondo le mie precise disposizioni al riguardo. In relazione a quanto sopra, io ordino che nessuna autopsia o imbalsamazione venga eseguita sulla mia salma, a meno che non sia richiesto dalla legge e che senza ritardo la mia salma venga lavata, composta in sudario con teli scevri da ogni ornamento e poi inumata, dopo che sia stato eseguito il rito del funerale, e che tutto questo sia eseguito da Musulmani, in osservanza dei dettami dell’Islàm.

Quanto sopra premesso, affido al fratello (NOME e COGNOME) residente a (INDIRIZZO e N° di TELEFONO) l’incarico di eseguire queste mie volontà ed espletare gli adempimenti necessari per il mio funerale e la mia sepoltura secondo le norme dell’Islàm.

Nel caso che il sunnominato non sia in grado di eseguire l’incarico, affido l’incarico di cui sopra, in via sostitutiva al fratello (NOME, COGNOME, INDIRIZZO e N° di TELEFONO) e nel caso che anche quest’ultimo non possa o non voglia accettare l’incarico, nomino esecutore il Presidente del Centro Islamico o della comunità, o Associazione Islamica della zona dove sarà avvenuto il mio decesso per eseguire gli adempimenti necessari per il mio funerale e la mia sepoltura; dispongo che nessuna cerimonia funebre non Islamica venga eseguita in relazione alla mia morte e alla mia salma; dispongo che il mio funerale non sia accompagnato da marce funebri, bandiere, stelle e mezzelune, ritratti, simboli islamici e non islamici, e che essi non vengano collocati sul luogo della mia sepoltura; dispongo che la mia salma non sia trasportata oltre una ragionevole distanza dal luogo della mia morte, specialmente quando il trasporto richiederebbe l’imbalsamazione, a meno che il trasporto a lunga distanza non si renda necessario per raggiungere il più vicino cimitero musulmano, o altro cimitero musulmano scelto dalla mia famiglia musulmana; dispongo che la mia tomba sia scavata nella terra in completa conformità alle regole della pratica islamica e che essa sia orientata nella direzione della Mecca, nella penisola araba,in direzione della quale si orientano i Musulmani nel Rito d’adorazione; dispongo che la mia salma, avvolta nel sudario, sia sepolta, senza cassa, in modo che non sia separata dalla terra. Nel caso che le leggi locali prescrivano inderogabilmente che la sepoltura avvenga in una bara, ordino che essa sia del tipo più semplice ed economico possibile e, inoltre, che la bara sia lasciata aperta durante le esequie e riempita di terra a meno che non sia proibito dalla legge; dispongo che la mia tomba sia allo stesso livello del suolo o solo leggermente più alta, senza costruzioni o strutture permanenti di qualsiasi genere su essa; l’indicatore, se necessario, ha da essere una semplice pietra, sulla quale non ci devono essere iscrizioni o simboli, al solo scopo di indicare la presenza della tomba.

Seguono le disposizioni testamentarie relative al patrimonio.

NOME LEGALE….

NOME ISLAMICO SE DIFFERENTE….

FIRMA AUTOGRAFA….

AUTENTICA NOTARILE DELLA FIRMA….

FIRME DEI TESTIMONI….

FIRMA DEL NOTAIO….


La lode tutta appartiene ad Allah Signore dei Mondi.