31 luglio 2010

L'amava perchè musulmana...

"Munira dice: “Io amo l’orpello.
Seguo la moda in abiti di tutti i tipi e le forme
Allo stesso tempo ho sempre pensato che l'Abaya larga sia limitata alle donne arretrate che trascurano la moda, e alle ragazze povere”

Un giorno andai tutta bella truccata con un gruppo di amiche al mercato. Accadde che una donna mi vide, e mi rivolse la parola consigliandomi il velo affinché il fuoco non mi toccasse. in quel momento sentii tutto il mio corpo scosso.
Volendo far ridere le amiche che erano con me dissi loro qualcosa per la quale non so se provare rimpianto o sentirmi felice, giacché fu causa del mio pentimento nel mio pentimento e del ritorno ad Allah.. Sapete cosa dissi?
Pronunciai parole che mi provocarono il pianto. Stendendo la mano verso di lei le dissi: “Donna, non indosserò il velo prima che tu mi baci la mano”

Ditemi, come immaginate che reagì? Forse si arrabbiò? Si fece da parte? O replico contestando?

No, giuro, né questo né quello, ma acconsentì, prese la mia mano e disse: “Accetto di baciare la tua mano e la tua testa fino a quando ti rivestirai del velo. Tu sei cara, e la tua richiesta non vale niente!”.
E pregò per me.
A questo punto piansi e piansi.
Mi disprezzai, disprezzai anche il mio abito e feci ritorno a casa.

Per qualche tempo mi chiusi in me stessa, e decisi di indossare una abaya larga traendo forza dalle preghiere. Non sapete quanto desiderassi conoscere quella donna per poterla ringraziare, e quanto pregassi per lei in ogni momento.

Quella donna ci offrì una lezione di saggezza che è una lezione nell’invito al Din di Allah twt.
Chi di noi avrebbe potuto fare ciò che fece quella donna?
Chi di noi ha tutto questo amore per i musulmani?

Penso che abbiamo bisogno di tanto amore intorno a noi, perché questo suo agire scaturiva da un amore forte e profondo per una sorella musulmana, prescindendo da chi fosse stata.

Ma solo perché musulmana..."

Grazie alla sorella Siham, dalla quale ho preso questo testo.

29 luglio 2010

Dovrebbe seguire la popolazione locale riguardo all'inizio e alla fine del Ramadan?

L'avvistamento della luna nella mia città è stato ritardato di due giorni, e c'è un gruppo di persone che seguono l'avvistamento generale e digiunano assieme all'Arabia Saudita e alle altre terre circostanti. Ho iniziato a seguire questo gruppo quest'anno e ho digiunato un giorno prima rispetto al mio paese. Devo ripetere il digiuno, sapendo che l'avvistamento della luna qui è avvenuto dopo? Devo rompere il digiuno con il mio paese o quando la luna è stata vista altrove?

Sia lode ad Allah.

Nella risposta n. 12660 abbiamo dichiarato che se il musulmano è in un paese non musulmano che si basa sull'avvistamento della luna per segnare l'inizio e la fine del mese, deve seguire quel paese, e non gli è permesso differenziarsi da esso nell'iniziare o nel terminare il digiuno.

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha detto: "Il digiuno è il giorno in cui digiunate, la rottura del digiuno è il giorno in cui rompete il digiuno, e il sacrificio è il giorno in cui offrite il sacrificio" Narrato da Abu Dawud (2324) e Tirmidhi (697), classificato come sahih (autentico) da Al Albani in "Sahih al Tirmidhi".

Gli imam differiscono riguardo alla questione: se la luna è stata avvistata in un luogo tutti i musulmani sono obbligati a digiunare, o sono solo i paesi circostanti obbligati a digiunare e non quelli distanti, o sono coloro il cui avvistamento coincide con quell'avvistamento obbligati a digiunare, e non coloro il cui avvistamento non coincide con esso? Ci sono varie opinioni.

Il musulmano deve seguire gli studiosi del suo paese in qualsiasi di questi punti di vista essi ritengono sia pù corretto, sulla base delle prove che hanno a disposizione, e non deve iniziare a digiunare o terminare il digino per conto suo.

Abbiamo citato la dichiarazione del Consiglio degli Studiosi Anziani sulla questione nella risposta alla domanda n. 50487, nella quale hanno dichiarato:

"... i membri del Consiglio degli Studiosi Anziani ritengono che le cose debbano essere lasciate stare così come sono, e che il tema non deve essere sollevato. Ogni stato islamico dovrebbe avere il diritto di scegliere qualsiasi opinione desidera, sulla base delle proposte dei propri studiosi, perchè ogni punto di vista ha le sue evidenze e prove."

Per favore leggete l'intera dichiarazione, perchè è importante.

Sulla base di questo, dovresti seguire il tuo paese che si riferisce all'avvistamento della luna per stabilire l'inizio e la fine del mese e l'inizio e la fine del digiuno, Se fai così, avrai fatto bene e non sarai tenuto a ripetere il digiuno.

Ed Allah ne sa di più.

24 luglio 2010

Nasiha, inshaLlah.

No, non siamo tutti uguali. E non necessariamente dobbiamo esserlo. C'è chi è più aperto, chi è più timido, chi ama leggere e chi fare sport, chi ama stare sempre con gli amici chi invece ha ogni tanto bisogno di qualche attimo di solitudine e di riflessione.

Però questo non significa che è un bene essere totalmente differenti dai nostri fratelli e sorelle di religione. Non significa che possiamo tenere o meno conto di un versetto o di un hadith "tanto io sono indipendente, penso con la mia testa".

No, fratelli e sorelle, l'Islam non funziona così. Non facciamo l'errore di voler essere particolari a tutti i costi, e di conseguenza ritrovarci ad essere in mezzo ad una marea di persone che allo stesso modo vogliono esserlo... Guadagnandoci cosa, poi? Un po' di orgoglio in più? E l'orgoglio, nell'Altra Vita, a che ci serve?

Voi (noi, come sempre) siete eccome liberissimi di scegliere come vivere, siete anche paradossalmente liberi di peccare (ovviamente scontandone poi le debite, atroci conseguenze quel Giorno, davanti all'Altissimo), però no, non siete liberi di dire che se anche lo fate questo è islamicamente corretto.

Perchè è falso. E lo sapete. Siete musulmani, avete come me letto il Corano, la sunna e i testi dei sapienti. Per forza di cose lo sapete.

Sinceramente mi innervosisce, mi ferisce e mi stupisce leggere scritti su siti, forum, blog o pagine Facebook di fratelli e sorelle che scrivono cose del tipo "musulmano riformista", "libero pensatore", "fuori dagli schemi", e vedere, sempre sulle stesse, video rock musicali, parolacce, volgarità o addirittura aperta negazione verbale di un precetto Divino.

O siete sottomessi alle direttive di Allah, gloria a Lui, o non lo siete. Se ritenete di poter fare ciò che volete e fregarvene di ciò che Lui dice, mi spiace, ma state commettendo un grosso errore. Non vi importa? Preferite la vostra amata, utopica, inutile e materialista "libertà"? Mi dispiace, ma da qualunque prospettiva la si guardi, state sempre sbagliando. Per amore di questa non meglio specificata "libertà", che non mi è ancora chiaro da cosa dovrebbe svincolarci, poi, tralasciate invece il Supremo Amore che dovremmo avere per l'Altissimo. Non vi fa riflettere, questo? A me sì, immensamente. Fra un video musicale di Lady Gaga e un hadith del Rasul ss io scelgo senza dubbio il secondo. E non perchè sono migliore di voi, badate, ma perchè mi sono fermata un attimo a riflettere. Fatelo anche voi, e ristabilite le vostre priorità. Guadagnerete un immenso tesoro, facendolo, avrete fede, benedizioni, e Vera Libertà. Quella che ti apre la mente, che ti fa vedere tutto chiaro, logico, pulito, che non ha nulla di paragonabile con quella che l'uomo cerca costantemente di farci intendere essere tale.

Potete essere liberi, felici, sereni e appagati senza peccare. Il nostro Profeta, il più grande uomo della storia perfino per gli storici occidentali non musulmani, ce lo ha insegnato. Credete di essere quindi migliori di lui?

E' impossibile, lo sappiamo, perciò sforziamoci maggiormente di imparare, di capire, di obbedire alla Legge di Allah l'Altissimo, di far del bene come Lui ci ha insegnato. Lo so, non sempre è automatico, c'è chi ha bisogno di più tempo per conformarsi alla Sua Volontà, va bene, Lui sa, ci conosce meglio di noi stessi. Ma mettiamocela tutta, ce la possiamo fare, se Dio vuole. Facciamolo perchè siamo musulmani. La parola stessa implica tutti questi comportamenti. Altrimenti saremmo palesemente ipocriti ad usarla parlando di noi stessi.

17 luglio 2010

Io voglio l'Islam.

Un blog serve a molte cose. A comunicare, ad insegnare, a conoscere nuove persone, ad imparare. Serve anche a sfogarsi con chi, certamente, può capire bene il tuo stato d'animo perchè la pensa come te, di conseguenza ti permette di trovare un po' di conforto dopo una serata storta.

Sì, come quella di stasera, che mi ha lasciato uno stato d'animo pesantemente negativo, un amaro troppo amaro in bocca, un desiderio di tuffarmi in un po' di Islam che non vi potete immaginare...

Io, italiana musulmana, ho assistito questa sera ad un matrimonio islamico, di due persone arabe. Io, mia figlia e mio marito. Quando mio marito l'altro giorno mi ha detto che eravamo stati invitati "Caspita" mi sono detta, "che bello! Vedrò un matrimonio islamico finalmente, vedrò una sposa felice, musulmana di nascita e magari chiacchiererò un po' con lei, magari scoprendo qualcosa di bello del suo paese, di lei, della sua famiglia...".

Ci prepariamo tutti e tre, io e bimba ci vestiamo con il nostro bel foulard e ce ne andiamo bel belli con in mano il mazzo di fiori che abbiamo comprato per la sposa all'appuntamento.

La casa che ospiterà il rito religioso appartiene ad un fratello arabo che oramai ha una certa età, che è lo zio e il wali della sposa, sposato con una donna del Sud Italia.

Arrivati, saliamo in casa e andiamo a salutare la padrona di casa, che ci accoglie un po' schifatamente reiterando più volte che aveva appena finito di lavorare e che era stanca, e che il marito aveva fatto scuocere la zuppa e dava la colpa a lei. Ok, chi ben incomincia è già a metà dell'opera come si dice.

Ci sediamo in cucina sentendo lei che continua a brontolare, io e mia figlia, mentre mio marito chiacchiera con gli altri uomini e con il padrone di casa. Bimba mia, che chi la conosce sa perfettamente quanto è gioviale, vivace, spiritosa e casottara rimane lì sulla sua seggiola quasi muta. Fa qualche battutina delle sue che la padrona di casa non comprende ma che anzi ribatte con, a parer mio, scarsa educazione (involontaria a dir la verità, mi sono accorta che non si rendeva conto di quanto risultava essere sgradevole), facendola ammutolire ulteriormente. Più o meno da lì comincia a dire "Quand'è che andiamo a casa?" Di bene in meglio, no?

Vabbè, pazienza. La conoscevo già, sapevo perciò che questa donna con jeans attillati, maglietta e bionda coda nonostante la non più giovanissima età non è un mostro di simpatia. Aspettiamo quindi di conoscere la sposa e le altre donne della casa che arriveranno, prima o poi, no? Per carità, non dico che devono correre a salutarci, ma venire perlomeno dopo un po' a vedere stì sconosciuti che partecipano al matrimonio mi sembrava logico... A me forse, a loro evidentemente no, perchè aspettiamo un bel po', io e bimba, prima di vedere questa famigerata sposa.

Arriva una ragazza, che io scambio per lei. Vabbè, svelata, vabbè, scollata e sbracciata, ma non voglio giudicare, magari è a casa dei parenti e dopo, davanti a estranei, si coprirà. La saluto con il saluto di pace e faccio per darle i fiori ma mi fa capire di non essere la sposa... Per forza mi sono sbagliata, ci fosse stato un cane che passava lì per lì (anzi, c'era il cagnetto, ma non parlava. E peccato, aggiungo. Che una chiacchierata con lui l'avrei fatta volentieri, dato che mi è parso il più simpatico della serata, visto il proseguio...) che ci avesse fatto la cortesia di presentarci... No, la padrona di casa non se ne era andata, era ancora lì che trafficava, ma evidentemente se ne freghicchiava abbastanza di fare gli onori di casa. La ragazza poi prende e se ne va praticamente subito, lasciandomi con Mrs. Simpatia 2010.

Ari-vabbè, ari-pazienza.

Arriva poi un'altra donna, che anche in questo caso saluto senza che nessuno ci presenti, quindi non capendo se fosse la madre della sposa, sù nonna sù zia o sù cuggina... Più tardi ho capito che era la zia della sposa. A sua volta svelata, ma con un foulard sulle spalle che ogni tanto si tirava su alla bell' e meglio tanto per abitudine. Con una gonna un po' cortina, a dir la verità, le arrivava a metà gamba. Lei comunque è stata più gentile, parlava francese (vive in Francia come la nipote) e cercava di interagire un po' con me, anche se non parlo la lingua (che però comprendo abbastanza). Lo strano più che altro è che mia figlia non se la filava di pezza praticamente nessuno. E dire che era l'unica bimba della casa, quindi in teoria, come accade nelle case dei musulmani arabi in generale (anche degli italiani non musulmani, di solito, ma a onor del vero nel mondo arabo per i bambini si stravede e li si stravizia hehe!) i bambini sono sempre al centro dell'attenzione. Ed era evidente che si sentiva (come mammà sua, a dir la verità) molto a disagio. Moltissimo, anzi. La ragazzetta è una peste, ma è molto sensibile, e quasi si può dire che comprende le persone nel tempo di uno schiocco di dita.

Arriva la sposa, finalmente! E stavolta Sua Convivialità me lo dice, che è lei. Bellissima ragazza sicuramente. Anche lei non velata con un foulard appoggiato sulle spalle. Un po' truccata, profumata, vestito lungo, rosso, con maniche tre quarti. La saluto, le dò i fiori, ringrazia e se ne va. Ammazza che desiderio di interazione... Quasi quasi mi veniva voglia di scendere in piazza e farmi due chiacchiere con le clienti della pizzeria sottostante...

Ogni tanto io e bimba mia ci guardavamo, e io vedevo in lei la manifestazione palese di quel che provavo io. Solo che lei, amor mio, è piccina, e non sa spiegare il perchè del suo disagio. Ma io invece sì. E comprendevo lei e me stessa. Sperando di andare a casa presto...

Arriva poi il padrone di casa, e ci chiama per assistere alla cerimonia. Chiama me e mia figlia, e dopo si ricorda di chiamare sua moglie hehe! Lui poverino è stato il più gentile della serata. E' anziano, a modo suo religioso (ha riscoperto tardi il din, ma alhamduliLlah il suo volto è la continua espressione del pentimento per non aver preso questa decisione in passato. Che Allah l'Altissimo perdoni i suoi precedenti errori...), e ha davvero fatto di tutto per mettermi a mio agio. Lo so, lo capisco che ha un grande rispetto per il fatto che io, italiana, abbia scelto, con amore, l'Islam.

Andiamo quindi nel salone. Donne da una parte, uomini dall'altra. La sposa e la zia velate alla meno peggio, col ciuffetto sbarazzino fuori (alla fine no, non si sono coperte e velate per benino davanti a estranei) e l'altra ragazza sempre con i suoi bei capelli al vento e la scollatura bene in vista. Boh, e io che mi pensavo di assistere ad un matrimonio musulmano...

La cerimonia, abiti a parte, mi pare si sia svolta secondo i giusti canoni (alhamduliLlah!), a parte il tradizionale finale con zaghrata (tipico canto arabo che le donne intonano nelle feste, una specie di urlo unito a movimenti convulsi della lingua che permette di creare un suono particolare), che di islamico non ha un benemerito fico secco. Ah, da segnalare il fatto che la Regina della Casa non si è nemmeno degnata di assistere alla cerimonia. Eh beh, è andata così. Andiamo a mangiare, và.

Uomini in salotto, donne in cucina. Magari è la volta buona che si riescono a scambiare due parole. Anzi no, non è la volta buona. La zia della sposa sì, dai, ogni tanto mi chiede qualcosa in francese, io rispondo alla meno peggio, le due ragazze invece si fanno i fattacci loro. La più giovane chiede alla madre se sono italiana due o tre volte, e la made due o tre volte le risponde di sì. La sposa circa mezz'ora dopo mi dice che sembro araba, e io le faccio capire che sì, me lo dicono in molti. Verso la fine della serata mi pare sensato almeno sapere i loro nomi, glieli chiedo e dico loro il mio nome italiano e quello islamico, Aisha. "Ah, Aisha!" Mi risponde la sposa. Fine della conversazione.

La zia poi prende un po' in giro il figlio che ha sparecchiato portando il piatto in cucina, dicendo che di solito non lo fa, ma che islamicamente non è corretto che non lo faccia. AlhamduliLlah, mi dico, Islam! Io continuo il discorso dicendo che infatti il Profeta ss aiutava in casa le sue mogli. Arriva però il padrone di casa a prendere la teiera e, di nuovo, fine della conversazione.

Mia figlia ogni tre minuti piange perchè non gli piace il cibo (sì, purtroppo da quel lato lì è noiosetta...), perchè si sente a disagio e vuole andare a casa. Ma soprattutto, io lo so, perchè davvero, quasi nessuno le chiede un accidente di niente. Allora la spedisco da papà, dicendole di dirglielo...

C'è ancora da prendere il thè, però. E vabbuò, prendiamo stò the. Ci accompagnano in salone assieme agli altri, dato che gli estranei alla famiglia se ne erano andati (a dir la verità per me pure gli altri erano estranei, ma siccome c'era mio marito e il luogo, dato il numero di partecipanti, diventava praticamente pubblico sono andata). Gli uomini se la chiacchierano, le due ragazze cincischiano con i telefonini, l'altra signora va avanti e indietro con i vassoi (ormai dei loro veli adagiati mollemente sul capo non c'è quasi più traccia) e io rimango seduta da parte con mia figlia in braccio che piange. E' pure grandicella, e pesa, hehe! Glielo faccio notare, le faccio due battutine e la faccio ridacchiare un po', poverina. Mi è venuto da pensare che se fossi stata ragazzina, avrei pianto anch'io. Mio marito cerca di consolarla, il padrone di casa a modo suo lo stesso. Ma niente da fare. Ha il morale sotto i piedini (sì, lo so, ha dodici anni, non è piccolissima, ma per me anche a quarant'anni avrà i piedini... Sò mamma un po' chioccia, che ci posso fare??).

Parlano in arabo perciò non capisco quasi nulla, e passo il tempo osservando le immagini e le statue tribali (...), i quadri con le ballerine (...), le immagini del papa Benedetto 15, credo, comunque il terzultimo (...) e quelle di padre Pio (...). Sì, Sua Gentilezza La Padrona Di Casa non è musulmana. Normalmente il marito, musulmano, non avrebbe dovuto essere d'accordo sul fatto di appendere immagini islamicamente vietate in casa sua, ma come dicevo prima ha riscoperto la religione in tarda età, e forse non sa nemmeno che determinate cose non si dovrebbero fare. Cane simpatico tenuto in appartamento compreso. Se Dio vuole ci sarà occasione per farglielo comprendere.

Mia figlia continua a piagnucolarmi nell'orecchio, allora le dico di andare dal papà a dirgli sottovoce che non ne poteva più e alhamduliLlah, mio marito comprende e si alza, finalmente...

Vado a salutare l'Allegria Fatta Persona, la zia della sposa che mi augura tanta salute in francese (? Vabbè, grazie comunque, dai... Ricambio), poi mentre esco saluto gli altri. La simpaticissima sposa che evidentemente è stata contagiata dalla gioviale atmosfera che permea la casa dello zio e della moglie (...) nemmeno alza la testa dal telefonino, l'altra ragazza saluta da lontano e buonanotte al secchio.

Durante il tragitto del ritorno a casa ovviamente il mio caro (alhamduliLlah caro davvero) marito ha dovuto sorbirsi i miei brontolii, lamentele e compagnia bella, cercando poverino di discolparsi di ciò di cui ovviamente non era responsabile, ma facendolo per dimostrarmi comprensione. Tra l'altro lui non si era reso conto dell'atteggiamento di queste donne, dato che eravamo rimaste nell'altra stanza per quasi tutto il tempo.

Il peggio di tutta la serata è stato il fatto che io, ingenua o forse troppo esigente, mi aspettavo di respirare un po' di Islam dal vivo dato che sarei stata a contatto con musulmani nati tali. Volevo sentire qualche espressione islamica, anelavo vedere qualche comportamento derivato dalla conoscenza del Corano o di qualche hadith, desideravo assaporare l'ospitalità, la curiosità e la giovialità araba. Invece per tutta risposta ho sognato, ogni istante che passava, di uscire da lì. Mai tanto come in questa serata ho sentito la mancanza delle mie sorelle italiane musulmane.

No, questo post non vuole nel modo più assoluto essere un post di critica, anche se può sembrare il contrario. Vuole solo essere una valvola si sfogo, un modo per far capire i sentimenti negativi che una musulmana, italiana ripeto, prova in situazioni del genere. E palesare il bisogno, la necessità vitale che io e coloro che sono nella mia stessa situazione abbiamo di respirare Islam, cosa che nel nostro paese non possiamo quasi mai fare. Siamo alla continua ricerca di qualcuno che ci permetta di carpire un alito umano di religione originale insegnata dal Rasulu Allah, salla Allahu alaihi wa sallam.

Ma non lo troviamo, quasi mai. E ci ritroviamo praticamente sempre ad estrarre l'ossigeno che alimenta le cellule del nostro cuore interamente sottomesso all'Altissimo da inanimati fogli di carta tradotti da fratelli che, con molta probabilità, hanno grazie a Dio compreso le esigenze di persone come me. Sì, alhamduliLlah, perchè se non riusciamo a sentire il calore della Luce dalle persone, perlomeno abbiamo avuto la grazia di sentire sulla nostra pelle il suo riverbero dalle pagine di questi libri. E che disgrazia sarebbe, se così non fosse stato.

Non ce l'ho con i musulmani arabi in generale, che Allah swt me ne scampi, ce ne sono a migliaia di eccellenti, ma con quei musulmani arabi che si vergognano del proprio Islam, che tendono a nasconderlo e che lo tirano fuori unicamente se vi sono costretti magari dai famigliari sì invece. Ce l'ho su, e parecchio, anche. Perchè potrebbero darci molto, e non lo fanno. Non si immaginano forse quanto bene sarebbero in grado di fare, di quanto ci aiuterebbero a crescere. Chiedo scusa se ho offeso qualcuno, non era mia intenzione, ma purtroppo avevo la necessità di esprimere ciò che penso. Che Allah l'Altissimo ci guidi e ci perdoni tutti.

14 luglio 2010

Digiunare in Sha'ban: qualche giorno specifico?

As salam alaykum. Possa Allah ricompensarvi abbondantemente. La mia domanda è: ci sono dei giorni specifici nel mese di Sha'ban nei quali digiunare è raccomandabile? Grazie.

Wa alaykum salam wa rahmatuLlah wa barakatuHu.

Nel Nome di Allah il Compassionevole, il Misericordioso.

Tutte le lodi sono dovute ad Allah, e la pace e le benedizioni siano sul Suo Messaggero.

Fratello, grazie per aver posto un'importante domanda come questa. Possa Allah l'Altissimo benedirti e preghiamo affinchè i nostri sforzi siano resi per il compiacimento di Allah.

Non ci sono dubbi sul fatto che i musulmani devono sforzarsi di avvicinarsi ad Allah con tutti i mezzi e gli atti di culto; devono prendere ciò come una priorità principale. Comunque, sono consci del fatto che qualsiasi cosa essi facciano non devono deviare dagli insegnamenti e dai principi fissati dal nobile Profeta Muhammed (pace e benedizioni su di lui). Egli ha fissato per noi un lampante modello che noi dobbiamo seguire per tenerci saldi sulla Retta Via. Quindi è molto importante per un musulmano impegnato essere sicuro che i suoi atti di adorazione abbiano le basi sia nel Corano che nella sunna del Profeta (pace e benedizioni su di lui).

A questo riguardo, l'importante studioso musulmano Sheikh Yusuf al Qaradawy ha dichiarato:

"Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) teneva a digiunare nel mese di Sha'ban più degli altri mesi. Aisha (che Allah sia soddisfatto di lei) ha riportato che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) non ha mai digiunato un intero mese tranne in Ramadan. Questo respinge ciò che alcune persone fanno, ovvero digiunare per tre mesi consecutivi: Rajab, Sha'ban e Ramadan, seguiti da sei giorni di Shawwal. Questo è quanto, loro iniziano a digiunare all'inizio di Rajab fino al settimo giorno di Shawwal, tralasciando solo il giorno di Aid Al Fitr. Nè il Profeta (pace e benedizioni su di lui) nè i suoi compagni o i loro successori è stato riportato che abbiano fatto ciò.

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) usava digiunare alcuni giorni ogni mese. Aisha (che Allah sia soddisfatto di lei) ha detto che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) talvolta osservava il digiuno continuativamente, al punto che i suoi compagni pensavano che non lo spezzasse mai, e altre volte si asteneva dal digiunare a tal punto che essi pensavano che non avrebbe più digiunato.

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) soleva digiunare al lunedì e al giovedì e tre giorni di ogni mese (il tredicesimo, il quattordicesimo e il quindicesimo). A volte usava digiunare a giorni alterni, seguendo l'esempio del Profeta Dawud (la pace sia su di lui). Lo ha perfino chiarito: "Il miglior digiuno per Allah è quello di Dawud, che usava digiunare a giorni alterni (continuativamente, n.d.t.)".

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) soleva osservare il digiuno in Sha'ban più di quanto faceva negli altri mesi. Questo era una specie di auto-preparazione per l'arrivo di Ramadan, cioè un modo per attorniare sè stesso per il Ramadan. Ma non ci sono prove testuali sul fatto che ci sono giorni specifici in Sha'ban nei quali digiunare è raccomandato. E', nel complesso, non permesso per una persona preferire determinati giorni per osservare il digiuno volontario o determinate notti per eseguire la preghiera notturna (supererogatoria, n.d.t.), data la mancanza di basi giuridiche concernenti queste azioni. Gli atti religiosi non sono per i capricci dell'uomo. Piuttosto sono soggetti alla legislazione Divina. Quindi, specificare certi periodi e luoghi per l'adorazione e per la descrizione dei differenti atti di culto sono questioni Divine, non umane.
"

Fonte

09 luglio 2010

Vorrei...

... partecipare ad un concorsino locale, ove si richiede di stilare un breve racconto a tema libero o un articolo sull'immigrazione passata e/o recente (queste sono le due opzioni che mi interessano).

Che dite, ci provo o mi dò all'ippica???

01 luglio 2010

Il terrorista e la martire. Per ricordare Marwa.

L’ho scritto, detto, ripetuto fino alla nausea. La stragrande maggioranza dei media Occidentali fanno passare e amplificano unicamente le notizie che fanno comodo a loro o ai governi ai quali spesso e volentieri sono asserviti.
Una donna musulmana viene picchiata dal marito musulmano.
Ecco cosa leggiamo e ascoltiamo in giro dopo gli avvenimenti:

“Terrorista, vergogna, guarda cosa ti fa diventare l’Islam, religione dell’odio!” e via di seguito.

Una donna musulmana viene uccisa da un occidentale solo per il fatto di essere tale e di indossare l’hijab, il velo islamico.
Ecco cosa leggiamo e ascoltiamo in giro dopo gli avvenimenti:

“ “

No, non è un errore di battitura. Non leggiamo e non ascoltiamo un bel niente, perché nessuno o quasi lo sa, nessuno ne scrive e nessuno ne parla.
E che schifo, aggiungo.
Ve ne parlo io oggi, quindi, di un episodio simile, ad un anno dalla scomparsa di Marwa El Sherbini, farmacista, uccisa appunto da un razzista islamofobo davanti agli occhi del suo bambino di tre anni e del marito.
Questa donna, musulmana praticante, viveva e lavorava in Germania. Aveva una trentina d’anni, era di origini egiziane. Aveva una famiglia composta da un marito, anch’esso arabo, e da un bel bambino di tre anni. Lavorava come farmacista, quindi una cosiddetta donna “perfettamente integrata nella società”, o come si dice.

Ad un certo punto della sua vita un tizio, suo vicino di casa, tedesco, ha iniziato ad insultarla reiteratamente in maniera pesante. La chiamava “Terrorista”, “Prostituta islamica” (utilizzando un termine meno pulito ma che io non voglio utilizzare, perciò lavorate di immaginazione…), continuando a tormentarla intimandole di togliersi il velo.

Questa donna, stremata dalle continue ingiurie, alla fine ha deciso di denunciare quest’uomo. Visto? Non ha detto al marito di mettergli una bomba in casa… Ha seguito la legge, contrariamente a quello che avrebbero potuto immaginare persone che ragionano come questo giovane terrorista occidentale, probabilmente di estrazione cattolica, che ha ucciso una pacifica madre di famiglia egiziana e musulmana…
Già, il terrorismo non ha paese né religione. Lo avreste mai detto?
Dunque, dicevamo che ha denunciato questo bell’esempio di crudeltà, ignoranza e stupidità umana.

Il giorno del processo lei e la sua famiglia si sono recati in tribunale. La prima testimonianza è stata quella del ragazzo tedesco, il quale, durante la sua difesa, ha ben pensato di chiedere al giudice per quale motivo ai musulmani fosse permesso di essere in Germania, perché non fossero stati deportati dopo l’ undici Settembre del 2001 esprimendo al contempo la sua opinione, ovvero che li riteneva essere dei mostri…

Successivamente ha reso testimonianza Marwa, che, al termine della sua deposizione, ha scelto di andarsene a casa senza attendere oltre assieme alla sua famiglia.
Quando stavano per uscire dalla porta, l’imputato è improvvisamente balzato addosso alla donna, ferendola mortalmente con più di 15 coltellate sulla parte superiore del torace e alle braccia. Il marito, tentando di difenderla, ha ricevuto a sua volta 16 coltellate. Non c’erano inoltre guardie presenti, quel giorno.
Quando la sicurezza è stata allertata, è sopraggiunta una guardia che, vedendo la scena senza sapere come erano andati i fatti, pensò bene di sparare al marito di Marwa, perché vedendolo straniero, e (ai suoi occhi) peggio, musulmano, ha immaginato che fosse stato lui ad aggredire la donna. Anche il bambino è stato ferito durante le varie colluttazioni.

Marwa è morta in tribunale pochi istanti dopo, il giorno 1 Luglio 2009. Il marito è rimasto in coma per due giorni, e successivamente ha dovuto curarsi per svariato tempo a causa della gravità delle ferite infertegli dall’assalitore e da chi doveva, fra l’altro, difendere lui e la sua famiglia.
Alla fine il tedesco è stato condannato per omicidio, tentato omicidio e gravi lesioni personali; inoltre il Procuratore della Repubblica ha citato fra le cause dell’accaduto la perfidia e la cattiveria basate sull’odio contro i non europei e i musulmani.

Conclusioni?
Il giovane tedesco è un terrorista, la giovane Marwa una martire dell’Islam, uccisa unicamente per il fatto di essere una musulmana praticante.
Sì, una martire. Perché per l’Islam significa essere martiri quando si viene uccisi in questa maniera, quando si combatte in guerra nella triste e consueta nonché universalmente praticata maniera per difendere il proprio paese, quando si muore per una malattia o durante un parto… Visto? Il martirio nulla a che fare con il tanto sbandierato “terrorismo suicida”, che non è tale ma soltanto, appunto, terrorismo suicida… Ma ha a che fare con un terrorismo omicida invece, in questo caso da parte di un occidentalissimo giovane.

Gente, imparate a discernere il buono dal cattivo indipendentemente dal loro paese di provenienza e dalla religione che professa. Imparate a scegliere la notizia che è da considerarsi attendibile e quella meno, spaziate fra le fonti di informazione, internet compresa, che è un grande aiuto, visto che, almeno fin’ora, è ancora libera e liberale… Non bevete tutto quello che vi dicono, pensate con la vostra testa, e andate oltre il pregiudizio. Non fate la consueta, superficiale e infondata equazione Islam=Terrorismo. Sarebbe come dire Pace=Guerra, come scrisse Orwell in “1984″…
Ma non è il nostro caso, credetemi. La nostra realtà di musulmani è davvero ben diversa da come viene dipinta.

Chissà, forse il poliziotto che ha sparato al marito di Marwa ha imparato ad andare oltre gli stereotipi, ora. Il giovane tedesco non si sa, ma di sicuro ne avrà di tempo per provare a farlo, dato che ha avuto l’ergastolo.
Sì, ha rovinato la vita di due famiglie, la sua e quella di Marwa, semplicemente perché non poteva sopportare di vedere la sua vicina di casa con il velo.

Però la morte di Marwa può servire a qualcosa, se la si osserva con gli occhi dell’intelligenza e del cuore.

Marwa El Sherbini, 7 Ottobre 1977 – 1 Luglio 2009