Quando la ummah era guidata dal Profeta Muhammed pbsl era unita, forte, irreprensibile, esemplare.
Se uno dei suoi componenti aveva un momento di tristezza, di difficoltà oggettiva, di malattia o di povertà tutti quanti subito comprendevano le sue necessità e, anche con un solo dattero o un sorriso, gli stavano accanto.
Nei momenti in cui era la terra d'Islam ad essere in pericolo, perchè i nemici esterni l'attaccavano per ridurla sotto il loro potere idolatrico si univa come fosse un sol'uomo, e, assieme, sconfiggeva il nemico con l'aiuto di Allah, con lo stendardo alzato e con il Messaggero in testa.
Quando invece era uno dei suoi (capita, si è umani) ad errare, tutti gli altri compuntamente, nel Nome di Dio, lo sostenevano, lo correggevano, lo convincevano a pentirsi del suo errore e a non commetterlo mai più, ma nella maniera più dolce, più equilibrata, con il maggior tatto possibile.
A volte era necessaria anche la durezza, quando la fede, il paese o gli altri musulmani avrebbero potuto essere danneggiati da un cattivo comportamento. Ma sempre e comunque nella maniera più pietosa, misericordiosa possibile, che era poi seguita dall'indulgenza e dal perdono, e dal pentimento di colui che l'aveva ferita dall'interno perchè in fondo anch'esso era parte della ummah; in un corpo sano talvolta può accadere che un organo si ammali, ma poi curato può guarire, grazie a Dio.
C'era grande povertà a quei tempi, il Profeta pbsl stesso spesso si legava con una cintola delle pietre strette sullo stomaco per non sentire i morsi della fame, ma non c'era disperazione a causa di questo. Perchè tutti sapevano che il loro "risq", la loro provvigione data da Dio l'Altissimo ad ogni essere umano, era già stata destinata, e quindi la ummah sopportava con sottomissione il momento di difficoltà per ambire alla grande gioia eterna del Paradiso. Lo sapevano con certezza, i credenti, che se Lui lo avesse voluto avrebbe dato loro di meglio, sia in questa vita che nell'Altra, per ricompensarli della loro sofferenza.
C'era freddo, anche, talvolta, nella notte del deserto, ma nè il Profeta pbsl nè i Sahaba, i suoi compagni più vicini, Allah sia soddisfatto di loro, si lamentavano quando si alzavano all'alba per compiere le abluzioni con l'acqua gelida del mattino. Anzi: lo facevano con amore, con gioia, con necessità, con ardente e desiderosa attesa del bene che li attendeva facendolo.
Le loro mogli, quelle del Rasul ss e dei Compagni, erano naturalmente pudiche e obbedienti alle Leggi dell'Altissimo. Non si sono fatte nessun tipo di problema quando Allah, gloria a Lui, fece discendere il versetto che parlava dell'obbligo del velo. Anzi: chi tra loro era povera divise in due i suoi abiti e riuscì a trarre dalle loro stoffe due capi per fare in modo di coprirsi integralmente. Non importava loro affatto delle critiche, nè dell'eventuale allonanamento di amici o parenti. Avevano la vicinanza di Dio, e questo bastava loro. Sono anche morte, a causa delle persecuzioni e delle torture da parte degli idolatri, loro parenti perfino, per il loro Islam. La prima martire della ummah infatti fu proprio una donna, Soumaya, Allah sia soddisfatto di lei. Che non volle nascondere nè rinunciare alla sua fede.
Scese il versetto con il divieto del vino, anche. I sahaba presero tutti i loro otri e ne versarono il contenuto per le strade. Senza batter ciglio, senza dire: "Peccato, che spreco di denaro!", senza tentennare. Dio lo voleva, loro obbedivano. Con naturalezza, spontaneità e semplicità.
E facevano del bene, i componenti della ummah, comunque, a tutti, all'amico e al nemico, con la parola e con l'azione, e mai, mai avrebbero tradito un patto o mancato ad una promessa. Il patto e la promessa sono sacri, per l'Islam.
Studiavano, molto, amavano la scienza, amavano il Corano, erano assetati di sapere, di cultura, di religione. Non si perdevano praticamente mai un sermone o una lezione. E non sbadigliavano durante essi, anzi. Erano in ascolto attento, con tutti i sensi pronti alla massima ricezione di ogni perla di sapienza del Messaggio Divino. E in numero sempre maggiore apprendevano a memoria la Parola di Allah con commozione e struggimento.
Avevano un linguaggio pulito, non volgare, consono ad ogni situazione, stavano sempre bene attenti a non essere aggressivi, oppressivi, ineducati, e chiedevano scusa nel caso, loro malgrado, capitasse loro di ferire qualcuno con la parola.
E non rubava, la ummah, non trasgrediva, non commetteva nè fornicazione nè adulterio, nè palesemente nè di nascosto, perchè sapeva che comunque l'Altissimo è l'Onnisapiente e l'Onnisciente. E, anche se avesse avuto la possibilità di celarsi agli altri non lo avrebbe fatto comunque, per troppo amore. Mai avrebbero deluso, i suoi uomini e le sue donne, Colui che amavano più di tutto il resto del creato, mai avrebbero potuto portare sulla coscienza il peso di aver dispiaciuto il Signore dei Mondi.
Quanto è diversa la ummah di adesso.
Forse che i tempi del dajjal stiano arrivando?
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