29 novembre 2011

I cani, i gatti... Ma gli esseri umani?

Ha fatto piuttosto scalpore la trasmissione di Rai 1, “Uno mattina”, andata in onda il 12 Novembre intorno alle ore 9 durante la quale in cui una suora missionaria, Laura Girotto, ha espressamente detto che con una scatoletta di cibo per cani si sarebbe potuto sfamare un bambino del terzo mondo.

Sono nati gruppi di protesta su Facebook, innumerevoli discussioni su chat, forum, social network.

Se ne è parlato al bar, davanti a brioche e cappuccino, forse anche a scuola durante l’intervallo.

Il punto è: la suora ha ragione? Può essere vero il fatto che ci si occupa più degli animali che degli esseri umani?

Con questo non si intende dire che gli animali debbano essere maltrattati, anzi. Sono creature adorabili. Cani, gatti, canarini, conigli… Ma non debbono avere maggior attenzione di un bambino che non ha nemmeno l’acqua da bere a causa della siccità.

In televisione e sui media però purtroppo pare sia così. Programmi che parlano dell’amico dell’uomo, dello psicologo (!) che aiuta a comprendere e a gestire i disturbi comportamentali dei nostri compagni di vita, che raccontano di “case di moda” e negozi specializzati per animali “chic” ove poter acquistare cappottini, collarini con strass, cucce di lusso, etc.

Ma gli animali hanno davvero bisogno di tutto ciò? Anzi, per meglio dire: a loro interessa tutto ciò?

Bisogna essere onesti. Ad un cane è sufficiente una cuccia semplice, calda e sufficientemente larga. Qualche passeggiata per la città, da bere, qualche croccantino, un po’ di riso e carne da mangiare e basta. Lui è contento, e ci fa le feste quando ci vede. Perché le sue necessità sono semplici, minime. E’ felice con poco.

Per il gatto è ancor più semplice: mangia meno del cane, non ha bisogno di essere portato a passeggio, probabilmente non gli necessita nemmeno la cuccia dato che adora dormire sui caloriferi, ai piedi del letto dei padroni o sulla televisione. Un po’ di pappa, una cassettina con la sabbia per i bisogni, un ceppo tiragraffi e a sua volta è soddisfatto come il suo amico cane. Certo, ci fa le fusa se ne ha voglia, non sempre, dato che è molto indipendente. Ma per lui va bene così. E’ la sua natura. Anche lui è felice con poco.

Ma un bambino, un bambino… Di tanto, ha bisogno. Come ne abbiamo avuto noi quando eravamo a nostra volta piccoli. Ricordate?

Cibo, cure, attenzioni, affetto, un sorriso. Ma soprattutto ha molto più bisogno, un bisogno vitale, di aver persone attorno a lui che se ne occupino, che parlino di lui, con lui, che gli domandino se sta bene, se ha fame, se è triste, se ha bisogno dell’abbraccio di un adulto che lo ama.

Si vedono immagini sul web a dir poco strazianti. Bambini che hanno gli occhi fuori dalle orbite dalla magrezza, disidratati per una semplice dissenteria che qui in occidente si cura con qualche fermento lattico ma che è tutt’ora mortale per migliaia di bimbi del terzo mondo; bambini costretti a rinfrescarsi con l’urina degli animali perché, povere, piccole creature, non hanno nemmeno l’acqua da bere, figuriamoci per lavarsi il viso.

Perché, quindi, viene spontaneo domandarsi, non ci sono programmi televisivi che parlano di loro? Perché il tg anziché parlare di come far felice il proprio cane (cosa che, come è stata esplicata sopra, è talmente semplice da risultare sciocco parlarne) non apre una rubrica che tratta le emergenze del mondo cercando di risolverle con l’aiuto degli spettatori?

Quanti soldi spendiamo, ha ragione la suora della Rai, in scatolette per cani che tra l’altro dopo qualche anno a causa del troppo cibo devono andare dal dietologo a causa dell’obesità, e quanti pochi soldi invece mandiamo in Somalia, in Ghana, in Etiopia, in Eritrea.

Non è forse ora di cominciare a dare il giusto peso alle cose, di aprire gli occhi, e di aiutare una parte di umanità che sta letteralmente morendo sotto gli occhi di una parte di mondo superficiale ed indifferente?

Meditate gente, meditate.

E soprattutto pensate: fossero i vostri i figli che stanno morendo?

Diamo una carezza al nostro cane, ma facciamo di tutto per salvare la vita ai figli del mondo.

Fonte

2 commenti:

Unknown ha detto...

cani e figli per me sono uguali. Avere un animale in casa per 15 anni cosa può significare???? avere una sorella o un fratello!

Ho inserito un badge sul blog per firmare la petizione contro GREENHILL, l'azienda americana che tortura ed uccide i beagle.
Aiutami a farli chiudere!
Valentina

Muslima ha detto...

Per me proprio no... Un cane va dietro a chiunque gli dia da mangiare, un bambino ha un legame con i propri genitori indissolubile per l'eternità... Concordo con il no al maltrattamento degli animali, ma mia figlia è mia figlia, un cane sempre animale resta...

E te lo dice una persona che li ama gli animali, eh. Non passa cucciolo accanto a me che io non accarezzi :)