10 febbraio 2011

Paris Match, Tariq Ramadan.

Paris Match: Cosa ha provato davanti alle immagini della rivolta della gioventù tunisina e di quella egiziana?
Tariq Ramadan: Una profonda contentezza. Nessuno aveva previsto una tale determinazione popolare. Né i governi occidentali né i vari movimenti di opposizione tra cui gli islamisti, pertanto ritenuti molto vicini al popolo. Ho provato anche una grande tristezza per la brutalità di questi regimi ormai agli sgoccioli. La Tunisia è stata un esempio per tutto il mondo arabo. Ha saputo condurre una rivolta pacifica che non ha mai vacillato fino alla fuga del tiranno.

Lei ha un rapporto speciale con l'Egitto, hai fatto la tua ricerca, ma anche sperimentato gli abusi e le torture ...
Nei primi anni '90 quando studiavo scienze islamiche presso l'Università di El Azhar, al Cairo. Avevo 28 anni e seguivo un corso intensivo, ero sempre sorvegliato da numerose squadre di polizia. Fortunatamente, il mio passaporto svizzero mi proteggeva: l'Ambasciata costantemente vigilava su di me. Un giorno la polizia mi condusse al centro di detenzione Lazourli, un luogo sinistro da cui non si sa mai quando si potrà uscire. Rimasi lì per diciotto ore, dapprima ammanettato e bendato. Alcune guardie, frustrate dal fatto di non potermi picchiare a causa della mia nazionalità svizzera, scelsero un poveretto a caso da picchiare e torturare al posto mio, davanti ai miei occhi, precisando che in realtà sarebbe toccato a me. Uscendo, ho giurato che avrei reso pubblici i loro orrori. Questo è ciò che è stato il governo di Hosni Mubarak. La tortura generalizzata per gli oppositori, ma anche il sub-appalto della tortura da parte delle potenze occidentali. Da quindici anni, non mi è permesso tornare nel territorio egiziano.

Qual è il ruolo dei Fratelli Musulmani nel movimento popolare?
Non hanno previsto niente, nonostante la loro presenza accanto alla popolazione. Nessuno ha previsto ciò che è poi accaduto. Questo movimento di massa non ha nulla a che fare con una resistenza politica schierata. E 'una rivolta popolare, quasi emotiva, contro l'arbitrarietà, contro un regime che impedisce alla gente di vivere e pensare liberamente. Il movimento islamista ha un certo peso, ma rappresenta solo una piccola frazione delle forze vive egiziane. I Fratelli Musulmani sono essi stessi divisi tra un movimento che potrebbe essere definito come un "salafita", tradizionale e conservatore, e un altro, più moderno, che condivide le opinioni del Primo Ministro turco Erdogan e la sua evoluzione. Quest'ultimo, più in sintonia con le aspirazioni dei giovani, è una forza che conta, in particolare nel movimento transpolitico Kefaya ("Ora basta!").

Rappresentano un pericolo per la democrazia?
Ad un certo punto l'Occidente sarà obbligato a fare un esame di coscienza smettendo così di fustigare gli oppositori dei dittatori per giustificare le dittature. La credibilità degli Stati Uniti e dell'Europa sono in declino in tutto il mondo arabo a causa di questa cecità. Si dovrà necessariamente arrivare al momento in cui si lascia che il processo democratico faccia il suo corso. Purtroppo, qualsiasi processo democratico nei paesi arabi spaventa Israele, mentre ciò potrebbe offrirli la possibilità di rompere finalmente con la sua politica unilaterale e insensata in Palestina .

Cosa pensa della nomina di Omar Suleiman, il capo dell'intelligence egiziana, come vice presidente?
Il regime sta giocando un' ultima carta per la sua sopravvivenza. Osservo che l'esercito, che rimane popolare in Egitto, conserva una posizione di attesa e lascia che Hosni Mubarak proponga dei burocrati che sono a lui collegati. Fino a quando? Da parte loro, gli americani hanno l'intelligenza di lasciar evolvere la situazione. Mantengono diverse opzioni. Tra esse, quella dell'ex candidato alla presidenza Ayman Nour, leader del partito di centro El-Ghad (Domani), che è loro molto vicino, e quella dell' ex-direttore della Agenzia internazionale dell'energia atomica, Mohamed El-Baradei, il cui svantaggio principale è di non avere un numero forte dietro di lui.
Articolo pubblicato sul sito web: parismatch.com

Traduzione Patrizia Khadija Dal Monte

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