29 dicembre 2010

“Che Allah sia soddisfatto di te, padre!”

Una breve storia non immaginaria, vera.

"La lode spetta ad Allah, e siano la pace e la benedizione sui servi che Lui sceglie.

Scrivo con le lacrime agli occhi; di tristezza o di gioia? Non lo so. Che Allah mi aiuti!
Ecco qui la breve storia della morte di mio padre.

Per molto tempo, mio padre ha sofferto di una malattia al cuore; la malattia man mano si fece più acuta. Cominciò poi a soffrire di un altro male che gli affliggeva la milza, poi ebbe un cancro al fegato. Uno shock!
Malgrado i medici gli impedissero di fare le preghiere in moschea, lui insisteva per andarci cinque volte al giorno, perfino per quella del fajr (l'alba).

Per sette mesi lo abbiamo ripetutamente accompagnato dall’ospedale a casa, tanto che chi lavorava all'ospedale si era ormai abituato a vederci andare e venire.
Durante quel periodo, mio padre era molto vicino ad Allah. Meraviglioso...
Il coma lo colpiva di tanto in tanto. E' stato uno dei periodi più difficili. O Allah...  Come eri paziente, ma soddisfatto, padre mio!
Per Allah, non ho mai visto un uomo simile.

E’ il momento di dire il motivo per cui sto scrivendo questa storia. E’ un messaggio che voglio indirizzare al mio cuore indurito e a coloro che amo in Allah; ad ogni fratello e ad ogni sorella.

Durante l’ultimo periodo, mio padre persisteva nel fare il dhikr (il ricordo di Allah, attraverso la lettura del Corano o la recitazione di formule specifiche insegnate dal Profeta Muhammed, pace e benedizioni su di lui), le cinque preghiere quotidiane e quella supererogatoria della notte. Poi, durante i suoi mancamenti, recitava versetti del Corano, oppure continuava a fare il dhikr.

Per Allah, mi dicevo che la perdita di coscienza colpiva me e non lui. Domandava sempre: ”Quale preghiera devo fare?”. Gloria ad Allah!
Il giorno 28 del mese islamico di Ramadan, circa un’ora prima di rompere il digiuno, insistette sul voler racimolare molti, molti soldi da distribuire ai poveri. Sebbene il momento non fosse adeguato, come gli avevo ricordato, fu facile distribuirli. Sia esaltato Allah.
Per sei mesi, gli ho rammentato che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: “Allah protegge colui che muore di venerdì dalla tortura della tomba” (Sahih El Jamea; 5773)
Di conseguenza sperava che accadesse ciò e mi diceva: “Morirò di venerdì”.

Cominciava a raccomandarsi e ad insistere di preparare il sudario. Dopo averlo preparato, la sera di quel giorno, lo accompagnammo all’ospedale. Nella camera n.409, reparto medicina interna, Tanta (Egitto), il lieto fine cominciava ad apparire.
La malattia si fece sempre più acuta; mio padre non poteva girarsi né a destra né a sinistra. Non poteva più muoversi...
Giuro su Allah, sentivo il mio cuore spezzarsi. Ma niente cambiava.

Tempo addietro io e lui ascoltavamo assieme le parole di Sheikh Mohammad Hassan, soprattutto le lezioni che parlavano dell’afflizione. Amava molto questo Shaikh, che è come se mi avesse allevato ed insegnato a trattare bene mio padre.
Chiedeva sempre di ascoltare il Corano. Quando lo accompagnammo nella camera di terapia intensiva, era molto arrabbiato perchè gli mancava... Dopo aver chiesto il permesso ad un'infermiera, gli  portammo una piccola radio.
Gli facevo ripetere il dhikr, uno per uno. Poi, Allah mi fece ricordare di fare lo stesso usando delle lezioni preparate dal dott. Hazem Shoman che contenevano altre varietà di dhikr.
Un meraviglioso ricordo: una sera, gli feci ripetere “Subhana Allah wa Bihamdih subhana Allah el Athiim’ (la gloria e la lode siamo ad Allah, sia esaltato Allah l'Altissimo) e poi uscii a comperare la cena in un ristorante vicino all’ospedale. Dopo essere ritornato, trovai tutti i degenti che stavano ripetendo questo dhikr. Gli dissi sorridendo: “Stai anche facendo dawah (spiegare l'Islam alle persone)?”. Sia esaltato il Re (uno dei Nomi di Allah, gloria a Lui). Una volta, riprese conoscenza chiedendomi di ripetere nuovamente quel dhikr, poi rientrò di nuovo in coma.

Prima di accompagnarlo in terapia intensiva, mi chiese di domandare al dott. Abd el Rahman el Sawi di pregare per lui. Amava molto questo sapiente. Quando gli dissi che mi ero messo d’accordo con lo Sheikh per andare a fargli visita, era contento al punto da non poterci credere. In quel momento il caro Sheikh era però in Arabia Saudita, ma non lo dissi a mio padre per non deluderlo.
Nuovamente si stava domandando: “Quale preghiera devo fare?”
Un giorno, dopo che io avevo fatto la preghiera “Fajr”, gli chiesi: “Vuoi fare la preghiera?”.
Mi rispose meravigliato: “Se voglio fare la preghiera (il dono) del fajr? Le due prosternazioni migliori di tutto ciò che è bene nella vita?”

Giuro su Allah, questo fa piangere. O Allah... Come sono svogliato!

Un giorno mentre rassettavo il suo vestito, mi baciò improvvisamente le mani. Io baciai la sua testa, e, come al solito, si rifiutò di farmi baciare le sue mani.
Le ultime parole che mi disse furono: “Che Allah ti renda buono, vai a dormire un po'! Vai!”.
Mentre stava facendo la preghiera del tahajud, perse conoscenza. La sua adorazione  non era perfetta. Ma Allah non pretende dai malati.

Un venerdì precedente (il giorno 13 del mese islamico di Shawwal), ero andato alla moschea per fare la preghiera del Venerdì a Tanta - el Gharbia; l’imam quel giorno era Mohammed Hassan, il nostro caro Sheikh. Per aspettarlo, rientrai in ritardo all’ospedale.
Dopo averlo raggiunto, l’infermiera voleva impedirmi di entrare nella camera di mio padre. Insistevo, ma invano! Sia esaltato Allah; Allah predestina tutto.
Il suocero di mia sorella lo aveva visto prima del mio arrivo. Le ultime parole che mio padre gli disse furono: “Quale preghiera devo fare?” Gli rispose: ”Fai la preghiera del dhohr (del mezzogiorno)! Abbiamo appena fatto quella del Venerdì.” Mio padre gli chiese meravigliato: “Dhohr?”
-“Sì”.
-“La farò?”.
-“Sì”.

Successivamente perse nuovamente conoscenza. Erano quasi le cinque meno dieci, Allah mi fece rientrare tardi in camera sua. Come ti amavo, padre mio!
Era il tempo dell’agonia. Questa è una verità che io e la maggior parte della gente omettiamo. Vivere questi momenti è davvero diverso dal leggerli nei libri. Non posso dimenticare quella scena.
Mentre gli stavo facendo ripetere il dhikr, giunse il momento di dire “La ilaha illa Allah” (non c'è dio all'infuori di Allah – frase che si pronuncia normalmente durante il dhikr ma che è raccomandato dire anche sul letto di morte, perchè chi la pronuncia per ultima, è certo che vada in Paradiso). Tentai di fargli pronunciare la frase, fallendo. Poi, cominciai a ripeterla molte volte.

Vedendo mio padre addormentato sul lato destro seguendo l'insegnamento del Profeta (pace e benedizioni su di lui), invocai Allah: “Che Allah lo faccia morire prima del tramonto”, cioè durante il Venerdì, come lui sperava.

Dopo alcuni minuti, con un sorriso, disse quella frase con semplicità. La ripeté anche successivamente, dopo che mia madre era entrata nella stanza e glielo aveva fatto pronunciare. Avevo infatti chiesto a mia madre di non dire niente tranne questo dhikr. Alle cinque di sera, mentre mi avvicinavo alla porta della camera, la calamità avvenne. Allah ha chiamato così la morte, nel Corano.

Mio padre morì, ma la sua morte ha fatto svegliare molti (dalla negligenza). Il venerdì, come sperava, morì. Allah ci aiutò a compiere tutti i riti necessari. Che meraviglia!
Dopo aver saputo che il dott. Abd el Rahman era arrivato dall'Arabia, gli diedi la notizia. Poi egli pregò per lui, come desiderava mio padre.

Successivamente giunse un momento di felicità. Era il momento di lavarlo (prima della sepoltura, come il rito islamico prevede). Io e gli Sheikh presenti ci accorgemmo che era leggero come una piuma. Lo spostavamo con facilità, a destra e a sinistra. Era molto pulito. Alla fine, aprì la bocca, sorridendo... Era il momento di sorridere...

Tutto finì molto rapidamente. Grazie ad Allah, abbiamo fatto tutto seguendo la Sunnah (insegnamento) del Profeta (pace e benedizioni su di lui) ed evitando qualsiasi innovazione. Questa fu la raccomandazione di mio padre.
Poi, una folla intera fece la preghiera funebre. Era una vista meravigliosa.
Successivamente, venne il momento di seppellirlo. Accadde un fatto molto strano; mentre lo calavamo nella tomba, il sudario cominciò ad aprirsi a poco a poco, senza che nessuno lo avesse toccato. Sembrava avesse fretta... Dissi: “Sia esaltato Allah!”. Anche se avevamo atteso 18 ore prima di seppellirlo, il suo corpo non era affatto rigido.

Il giorno dopo, il cognato fece l'Omra (il pellegrinaggio minore) per lui. O Allah... Le ultime raccomandazioni che mi fece riguardavano il Corano e l'Omra... Mi raccomandò di non dimenticare di fare l'Omra dopo l'abrogazione della nuova legge che mi impediva di viaggiare, cosa che lo faceva molto arrabbiare. O Allah...

Sia esaltato Allah.
Credo di dover essere io a piangere e non mio padre, no?

Che Allah sia soddisfatto di te, o padre!

Questa è la breve storia della morte di mio padre.
Che Allah lo renda uno fra i buoni e lo riunisca con il Profeta (pace e benedizioni su di lui) nel Firdaws el Aala (il livello più alto del Paradiso; amin...)!

Vi chiedo di pregare per lui.
Che Allah ci benedica con una buona morte!

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: “La buona morte è per chi ha vissuto obbedendo ad Allah, e la cattiva morte è per chi ha vissuto disobbedendo ad Allah

(Al silsila al sahiha: 283 - 1/572)

Jazakum Allahu khairan (che Allah vi doni il bene)
Vi amo in Allah!"

Questa storia è stata tratta dal sito:  www.way2allah.com
Lezione audio:  la buona pazienza
Sheikh:   Ahmad Jalal
Traduzione a cura della sorella Heba Hamdy (Jazak Allahu khairan!)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao !

Sono Amina77 del blog di Splinder!
Che insegnamento di fede grande che hai dato in questo post! Pregherò per tuo padre.
Complimentissimi per la grafica, per come hai organizzato il Blog! Magari avere il tempo anche io!
Ma ho già un percorso lungo da fare che già sai.

Domani leggerò il resto del tuo bellissimo Blog. Salam Alaykoum! (Scusa gli eventuali errori!)

Muslima ha detto...

Salam Amina, sono contenta che tu sia venuta anche qui a "casa mia", e lieta che questa storia ti abbia trasmesso qualcosa. Però non è la storia di mio padre, come vedrai in fondo all'articolo è un racconto tradotto da una sorella che ho postato qui, la quale lo ha a sua volta trovato su un sito web. In ogni caso sì, preghiamo per quest'uomo... Spero allora di rileggerti presto!

Salam, Aisha

Heba Hamdy ha detto...

Assalamo alaicom wa ramat Allah wa baracato
Come stai sorella Aish? Ho trattato beneficio dalla correzione della storia del forum. Gasaki Allah khaira, ma ho notato qualche cosa:
Quasi a meta` della storia, nel paragrafo che si comincia con (un giorno mentre rassetavo...); il detto del padre; la conugazione del verbo andare all’imperativo diretto(tu):va` o vai?
Nella riga successiva intendevo che il padre faceva la preghiera di tahajud mentre perdeva conoscenza e non la faceva con conoscenza, cosa che ho capito dal testo arabo.
Ho anche saputo tardi che il titolo della lezione e`(bella pazienza!). E` stata tratta dal versetto 83 di Sura(Yusuf). Giacobbo lo disse a suoi figli. Non lo so; si dovrebbe cambiarlo o no?
Scusami se ne ho parlato a lunghezza! e saro` contenta di sapere i tuoi consigli. Gazaki Allah khaira.
Assalamo alaicom wa rahmat Allah wa baracato

Muslima ha detto...

Salam alaykum sorella, alhamduliLlah abbastanza bene. Ho corretto la frase sulla perdita di conoscenza, per il resto, come imperativo va bene sia "và" che "vai", il significato è lo stesso. Il titolo non lo cambierei, tanto il significato dell'articolo non cambia.

No, non ho problemi con le mail, ho visto poi il tuo messaggio solo che non ho tanto tempo di rispondere e a volte mi dimentico, perdonami!

Salam alaykum wa rahmatuLlah, Aisha.

Heba Hamdy ha detto...

Assalamo alaicom wa ramat Allah wa baracato
Come stai sorella Aish?