11 maggio 2013

Interpretiamo il Corano! No, aspetta un attimo...

E' che ultimamente stanno uscendo un bel po' di libricini scritti da vari fratelli e sorelle dalle cui prefazioni emerge il fatto che essi stessi si sono presi l'onere di "interpretare i versetti coranici alla luce delle condizioni di vita odierne"... Che messa così ai non addetti ai lavori può sembrare una gran bella cosa ma in realtà... Non lo è affatto.

AlhamduliLlah ho avuto, come tutti coloro che hanno un po' di tempo e voglia possono fare, la possibilità di iscrivermi al corso (gratuito mashaLlah!) on line per ottenere il diploma in studi islamici, istituito dall'ottimo Dott. Bilal Philips, noto shaikh canadese. Le prime lezioni che ho scelto di seguire sono proprio quelle che riguardano un'iniziale infarinatura sulle scienze dell'interpretazione del Corano: Usuul Al Tafsir (i fondamenti della spiegazione del Corano) e Uluum al Qur'an (le scienze del Corano).

Ho iniziato con lo studiare il testo del primo corso, e praticamente quasi all'inizio del libro si parla della corretta maniera di interpretare il Sacro Corano in accordo con la tradizione del Profeta (pace e benedizioni su di lui). Dice che i modi corretti di comprendere la Parola di Allah ta'Ala sono tre:

1. comprendere il Corano attraverso il Corano stesso.

Ovvero: ci sono versetti che pongono delle domande e subito dopo altri versetti che le spiegano. Il testo prende per esempio la sura at Tariq:

"e chi mai ti dirà cos'è l'astro notturno? È la fulgida stella." (At tariq, 2-3)

oppure l'esempio di ciò che ci è lecito mangiare:


"O voi che credete, mangiate le buone cose di cui vi abbiamo provvisto e ringraziate Allah, se è Lui che adorate."

In questo versetto parla di "buone cose", nel successivo è spiegato cosa Allah swt vuole intendere con ciò:

"In verità, vi sono state vietate le bestie morte, il sangue, la carne di porco e quello su cui sia stato invocato altro nome, che quello di Allah. E chi vi sarà costretto, senza desiderio o intenzione, non farà peccato. Allah è perdonatore, misericordioso." (Al baqara, 172-173)

2. Comprendere il Corano attraverso gli hadith del Rasul ss.

La vita del Profeta ss è stata un fulgido esempio degli insegnamenti coranici, perchè Allah ta'Ala gli ha concesso l'onore di essere una "misericordia per il creato", insegnandogli l'interpretazione corretta di ogni versetto. Aisha stessa, Allah sia soddisfatto di lei, soleva dire che egli era "Un Corano che camminava". Di conseguenza conoscere bene tutti gli hadith autentici (quindi i libri sahih di Bukhari e Muslim principalmente) è fondamentale per avere una conoscenza perlomeno sufficiente di ciò che il nostro Signore ha voluto comunicarci con le Sue Parole.

3. Comprendere il Corano attraverso la comprensione di esso (e della lingua Coranica) che avevano i sahaba.

I Compagni del Rasul ss, dopo di lui, furono coloro che, grazie agli insegnamenti diretti ricevuti da lui, compresero meglio il Sacro Corano. In particolare Ibn Abbas, Allah sia soddisfatto di lui. Questo anche perchè avevano una corretta conoscenza dei significati delle parole in arabo utilizzate nel Libro, dato che ai loro tempi era fondamentale apprendere la lingua araba parlata "pura", non contaminata da significati esterni.

Perciò non bisogna trattare il Sacro testo con leggerezza o sufficienza, non bisogna dare interpretazioni personali basati su propri sindacabili giudizi che potrebbero condurre i lettori a gravi sviamenti, sarebbe una pesante colpa davanti a Dio nel Giorno del Giudizio. Per questo rimango perplessa davanti a tutta questa voglia (in particolare femminile astaghfiruLlah...) di voler rivisitare i significati del Testo, distaccandosi o addirittura criticando aspramente quella che invece dovrebbe essere la principale fonte di interpretazione, ovvero quella tramandataci dai primi sapienti accreditati come possono essere Tabari o il successivo ma validissimo Ibn Kathir, per cercare di estrapolare significati "femministi" o "liberali" che tanto piacciono oggigiorno.

La nostra religione non ha bisogno di femminismo, maschilismo, anarchia o falsa liberalità. Perchè la religione di Dio è perfetta, e ogni virgola che aggiungiamo o togliamo ad essa la rende impura a causa, come sempre accade dall'inizio del mondo, della presunzione umana.

Leggiamo con attenzione il nostro Libro, studiamo gli hadith e la vita dei sahaba. E successivamente a ciò lasciamo perdere nostre interpretazioni del Libro, chè comunque non raggiungeremmo mai il livello di chi ha dedicato la sua intera vita al suo studio. Ci sono dei grandi che hanno fatto questo sforzo per amore di Dio e per tramandarci qualcosa di buono e giusto. Ricerchiamo il loro sapere e facciamolo nostro, non dobbiamo essere così superbi di pensare di essere migliori di loro. Perchè tanto non lo siamo, punto.

La religione non è un gioco, non è uno status symbol, non è il mezzo per arricchire il proprio portafoglio. La religione in realtà è vita, e salvezza dell'anima. Non si compra, non si vende nè tantomeno si baratta con la popolarità.

Allah ci guidi tutti, amin...

2 commenti:

Unknown ha detto...

Bismillahi ar-Rahmani ar-Rahim

As-salam alaykum sis mia cara sis! ^_^

Mash'Allah, ben detto, ben scritto e soprattutto ben fatto!
Spero inch'Allah che chi debba leggere lo faccia...♥

Muslima ha detto...

Wa alaykum salam wrwb sis mia, inshaLlah, lo spero anch'io, e soprattutto spero lo legga chi dovrà andare a breve in convegni o vorrà acquistare libri del genere in modo da avere la situazione più chiara inshaLlah... Non si impara l'Islam da questi testi, ma solo da Dio e dal Suo Profeta...