02 marzo 2012

Victor Hugo canta il Profeta.

“L'anno nuovo dell'egira ”, anno 1850 (circa)


Come se presentisse che la sua ora era vicina,
serio, non faceva più un rimprovero ad alcuna persona;
camminava, rendendo ai passanti il loro saluto;
lo si vedeva invecchiare ogni giorno di più anche se ha avuto
appena venti peli bianchi nella sua barba ancora nera.
Talvolta si fermava a guardare i cammelli bere
rimembrando i tempi in cui fu cammelliere.
Pareva aver visto l'Eden, l'età dell'amore
i tempi passati, l'età da ormai scordare.
Aveva fronte alta, gote imperiali
sopracciglia canute, occhio profondo e diligente
il collo come quello di un' anfora d'argento.
L'aspetto di un Noè che del diluvio conosce il segreto;
Se gli uomini lo consultavano, questo magistrato
lasciava l'uno affermare l'altro ridere e negare
ascoltava in silenzio e per ultimo attendeva di parlare.
La sua bocca era un continuo pregare.
Stringeva al ventre una pietra, poco si occupava di mangiare.
Lui stesso a mungere le pecore pensava,
si sedeva in terra e i suoi vestiti cuciva .
Digiunava più a lungo di altri nei giorni della loro gioventù
nonostante avesse perso la sua forza e giovane non fosse più.
A sessantatré anni una febbre lo colse
e il Corano scritto dalla sua mano rilesse
poi al figlio di Said, lo stendardo, lo rimise
"Ho toccato la mia ultima alba." gli disse.
"Non c'è altro dio che Dio. Lotta per Lui"
aveva questa triste noia, e il suo occhio velato da bui
era quello di una vecchia aquila forzata ad abbandonare la sua aria;
poi andò alla moschea alla sua ora consuetudinaria,
appoggiato ad Alì, seguito dalle genti
e l'intento Sacro si dispiegava ai venti.
Lui pallido ha esclamato, rivolgendosi alla folla:
"Gente! Il giorno si spegne, l'uomo passa e crolla;
la polvere e la notte, siamo noi. Solo Dio è Grande.
Popolo, sono il cieco e sono l'ignorante.
Potrei essere più vile di una bestia immonda, genti!"
Un anziano disse "O capo dei veri credenti
il mondo non appena ha sentito, nella tua parola ha creduto:
una stella è apparsa il giorno in cui sei nato
e tre torri del palazzo di Cosroe sono andate a crollare"
Lui rispose: "Sulla mia morte gli angeli hanno potuto deliberare;
L'Ora arriva. Ascoltate. Se ad uno di voi ho parlato male
o gente, davanti a tutti si può alzare
che mi insulti e che mi oltraggi prima ch'io svanisca;
se ho colpito qualcuno, che questi mi colpisca".
E tranquillo, tendeva ai passanti il suo bastone.
Una vecchia, con la lana di un montone
seduta su una soglia gli gridò: "Che Dio ti assista!"
Sembrava una visione triste avesse vista;
improvvisamente, pensieroso, disse: "Ecco qua,
voi tutti, io sono una Parola nella bocca di Allah;
sono cenere come uomo e fuoco come Profeta
ho integrato di Issa la luce incompleta
io sono la forza, Gesù è la dolcezza.
Il sole sempre ha per precursore dell'alba la grandezza.
Gesù mi ha preceduto, ma non è l'origine.
Annusava una rosa colei da cui è nato, una vergine.
Io, come essere vivente, da voi deve esser ben ricordato
non sono che fango, dai vizi annerito.
Ho subito lo strano approccio di ogni peccato,
la mia carne più che una via di fango oltraggi ha patito
e il mio corpo dal male è interamente disonorato;
o voi tutti, io sarò ben presto divorato
se nel buio solitario di una fossa
ogni errore generare un verme possa.
Figli, rinasce in fondo al freddo sepolcro il dannato
per essere dai vermi di nuovo divorato.
Ogni giorno la sua carne si riformerà fino a che la pena non finirà
aprendo al suo volo, serena, l'immensità.
Figli, io sono il vil campo del sublime conflitto,
tanto l'uomo di sopra quanto l'uomo di sotto
e il male sulla mia bocca talvolta col bene si alterna
come nel deserto la sabbia e la cisterna;
quello che non vuol dire ciò che ha; o credenti!
Ho tenuto testa nell'ombra agli angeli terrificanti,
che l'uomo nelle tenebre vorrebbero nuovamente gettare
a volte, nei miei pugni, le loro braccia funeree mi son trovato a trattenere.
Come Giacobbe, ho la notte, un passo dopo l'altro,
contro qualcuno che non vedevo ho avuto scontro;
ma gli uomini, soprattutto, la mia vita hanno segnato;
su di me il loro odio e la loro invidia hanno gettato
e come sentivo in me la Verità
li ho combattuti, ma senza irascibilità.
e durante la lotta gridavo "Lasciate fare!".
Sono solo, nudo, sanguinante, ferito, questo io stimo migliore;
che tutto gli sia permesso, che mi tutti mi colpissero,
Quand'anche contro di me tutti i miei nemici si infuriassero,
sarebbero, per attaccarmi, in questo stretto cammino,
il sole alla loro sinistra e la luna alla loro destra vicino.
Non mi avrebbero fatto ritirare.
Così dopo per quarant'anni aver dovuto lottare
eccomi arrivare al bordo del fosso profondo,
Allah davanti a me e dietro di me il mondo.
In quanto a voi, che nelle prove mi avete accompagnato
come i greci Hermes e gli ebrei Levi hanno seguito
avete sofferto molto ma l'alba vedrete.
Dopo la notte fredda, dell'alba nascere godrete;
o popolo, non dubitate, Colui che provvede
agli anfratti di Jabal - Kroniga il leone
le perle al mare e al buio gli astri
può ben dare un po' di gioia all'uomo triste.
Ha aggiunto: "Credete, vigilate, la fronte dovete abbassare,
quelli che non sono buoni né cattivi dovranno restare
sul muro che separa l'Eden dalla Voragine,
troppo neri per Dio, troppo bianchi per il crimine;
quasi nessuno da non meritare il castigo è abbastanza puro
pregando, fate in modo che il vostro corpo tocchi completamente il suolo duro;
l'Inferno nel suo fatale mistero non brucerà
quel che la cenere toccato avrà, e il Creatore
a chi bacia la terra oscura aprirà un cielo blu oltremare,
siate santi, siate giusti, siate ospitali;
là Sopra stanno i puri frutti degli alberi agostali,
i cavalli sellati d'oro per ai sette Cieli fuggire,
i carri animati che hanno fulmini in luogo di scudisci per sferzare;
serena, incorruttibile, felice, ogni huri
un chiostro fatto da una perla cava si troverà ad abitare;
Il Jahannam attende il reprobo, sventura!
Avranno delle scarpe di fuoco la cui calura
farà come un calderone le loro teste bollire
il volto degli eletti sarà fiero, atto ad affascinare."
Dando ascolto alla speranza si fermò,
poi proseguendo il suo cammino a passi lenti, ricominciò:
"O viventi! Ripeto a tutti: ecco l'Ora in cui mi nasconderò
in un'altra dimora, dunque affrettatevi.
Ci vuole, è giunta l'ora che io sia denunciato da quelli che mi hanno conosciuto.
e se ho dei torti che in faccia mi sia sputato!"
La folla si disperse, muta, dopo ch'egli fu passato.
La barba al pozzo di Abufleia si lavò ,
un uomo reclamò tre dirham , che egli pagò
dicendo: "Meglio pagare qui che nella tomba!"
L'occhio del popolo era dolce come un occhio di colomba.
Guardando questo uomo, il suo appoggio, lui, l'eletto
quando tornò da Lui pianse il popolo, tutto.
Tanti lì senza chiudere occhio rimasero
e la notte sdraiati su una pietra trascorsero.
La mattina dopo, vedendo l'alba venire
ad Abu Bakr disse: "Non mi posso alzare,
tu va a prendere il Libro, fate la preghiera" sua moglie Aisha indietro si volle tenere;
quando Abu Bakr leggeva lei ascoltava,
e spesso, a voce bassa, il versetto finiva;
e piangendo, pregò in questa maniera.
E l'Angelo della Morte alla porta, verso sera
si manifestò chiedendo il permesso di entrare
"Che entri", il suo sguardo illuminarsi si poté vedere
della stessa luce come il giorno della sua venuta al mondo.
"Dio desidera la tua presenza" ecco ciò che l'Angelo stava dicendo.
"Bene", disse, gli corse sulle tempie un sussulto
un soffio aprì il suo labbro e Muhammed è morto.

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