10 novembre 2010

Velata ipocrisia.


Un funzionario responsabile alla supervisione di un esame per la patente di guida a Mantova ha costretto una ragazza marocchina, musulmana, a togliere il velo dal capo (aveva viso e mani scoperte, per la precisione), pena l’allontanamento dalla classe.
(fonte notizia: Gazzetta di Mantova).
Io vorrei sinceramente capire perchè ci sono miriadi di paladini (paladine soprattutto…) della giustizia che, una volta saputo che una donna musulmana vuol togliersi il velo, fanno di tutto per aiutarla, difenderla, sostenerla nel suo processo di “liberazione (…) dai precetti dell’Islam imposti (…, …) da mariti e padri padroni (…, …, …)”, ma quando invece accade che una povera ragazza che scientemente e indipendentemente ha deciso di portarlo si trova davanti un “terrorista” che la aggredisce verbalmente e le impone di toglierselo NESSUNO alza la voce per difenderla.
Dove sono i protettori di queste povere creature femminili che non si dovrebbero toccare nemmeno con un fiore (e meno che mai con un hijab, per alcuni) quando un mostro di cattiveria, razzismo e crudeltà impone ad una ragazza straniera, sola ed indifesa di spogliarsi (sì, perchè costringere una donna musulmana praticante a togliere il velo dal capo equivale a costringerla a spogliarsi)?
Dove sono quando lei, fra le lacrime, va in bagno, torna nell’aula e, sempre tra i singhiozzi, prosegue, umiliata e in totale imbarazzo, l’esame?
Dove sono i liberatori della donna, i difensori delle libertà individuali, i cavalieri senza macchia e senza paura che a spada tratta aiutano le creature oppresse quando avvengono queste cose? Non ci sono mai in questi frangenti, perchè la verità è che ai noti paladini dei miei stivali non importa nulla che una donna musulmana venga maltrattata, se per maltrattamento si intende una violenza che la costringe ad abbandonare ciò che ha di più caro, una parte della sua religiosità.
Se anzichè essere stata costretta a svelarsi le fosse stato imposto dai genitori a metterlo, l’hijab, chissà che casotto sarebbe successo…
Fermo restando che nessuno deve imporre nulla a nessuno.
Non c’è costrizione nella religione”, dice il Corano.
No, miei cari paladini. Libertà non è solo la minigonna o lo stivale tacco 12, libertà è anche scegliere di votarsi a Dio con il cuore e con la mente, con le azioni e l’abbigliamento.
Se difendete le scelte delle “Ruby”  dovete anche difendere quelle di donne velate, religiose, come lo è questa dell’aneddoto, come lo siamo noi. Altrimenti non siete altro che ipocriti cavalieri di cartapesta.
C52DUP33XW3E

3 commenti:

Afnan ha detto...

Ecco sis.... tu sei riuscita a dire in tono decisamente migliore di quello che avrei assunto io ieri, quello che era il mio pensiero....pensiero, il mio, un po' più colorito a dire il vero!
Io mi sono astenuta dal commentare, perchè davvero ci sono momenti in cui mi sento impazzire.
Subhanallah.
Davvero, non ho parole da sprecare per certa schifezza che si può trovare in giro...passami il termine, perchè continuo a non riuscire ad essere diplomatica.
Salam
Affy

khadi ha detto...

salem sorella,
il fatto è che forse queste sorelle dovremmo difenderle noi, ma purtroppo per il momento non ne abbiamo gli strumenti.
Gruppi, moschee, associazioni culturali islamiche che rappresentano cosa? insomma, la sorella non andrebbe lasciata sola, ma di fatto non so come si può fare....

Muslima ha detto...

Salam alaykum sorelle,

Afnan, che dire? Non riesco ancora a capacitarmi di come possano esistere tutt'oggi individui del genere. Ma poi, oltretutto, gli altri partecipanti all'esame erano amebe? Perchè non hanno detto nulla? Capitassero a me (a noi...) stè cose sentirebbe una gran bella musica, stò razzista.

Khadi, intanto parliamone, ovunque e con chiunque. E' un inizio. Più rumore si fa, più chi di dovere si accorge della schifezza (te lo passo, il termine, Affy...) che sussiste in certi contesti... E soprattutto che noi, musulmane d'Italia, autoctone e non, tutto siamo tranne che povere sceme che non difendono i propri diritti.

Salam alaykum wa rahmatuLlah.